"Non c’erano garanzie, non sapevano neanche di dover incrociare un treno. E poi il destino ha fatto il suo gioco". Così Paola Rapezzi, vedova del capotreno Paolo Cinti, racconta la tragedia ferroviaria a margine della commemorazione. "Sono passati 20 lunghissimi anni – ha detto la signora – ma è come se fosse ieri. Il ricordo è vivissimo, il dolore è sempre vivo e siamo qua. Speriamo che davvero l’attenzione continui nel tempo per garantire la sicurezza in ambito ferroviario, ma non solo. Mio marito faceva questa linea spesso. Era una linea tranquilla, non c’erano incroci di treni solitamente. Purtroppo quel giorno sono mancate cose, il destino si è veramente accanito".
"Non c’è stata – continua la vedova del capotreno – la telefonata di avviso, non c’era la segnalazione dell’incrocio del treno, non c’erano i catarifrangenti che garantivano il segnale sul binario in occasione di una nebbia così forte e non c’erano più i mortaretti sulla linea per segnalare queste occasioni". Presente alla commemorazione anche la signora Nadia Zecchi, moglie del passeggero Mauro Bussolari: "Le coincidenze… dove uno non doveva essere lì in quel momento sbagliato. Mio marito veniva da Verona perché lavorava in quella città. Si voleva mettere avanti ed era andato ad aprire la posta in ufficio e a preparare il lavoro per il lunedì e invece… Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria non è stata riconosciuta una responsabilità oggettiva e queste cose continuano a succedere. Ed oggi siamo ancora qui per dimostrare che non bisogna dimenticare".
Il sindaco di Crevalcore Marco Martelli, che all’epoca era consigliere comunale, di quel giorno ha ricordato "l’angoscia dei familiari e i tre giorni e le due notti per avere la certezza delle vittime". "Un unico binario – ha continuato il primo cittadino – una nebbia terribile, un semaforo e una stazioncina di scambio dispersa nella campagna, senza sistemi di sicurezza sul treno. Purtroppo siamo arrivati tardi. Il dubbio che quel giorno su quel treno non ci fossero le condizioni per lavorare non ci abbandona".
Gli ha fatto eco il sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore: "E’ importante ricordare queste 17 vittime, non dobbiamo dimenticarle, lo chiedono i loro familiari e le persone che lottano per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ricordiamoci che questa strage è avvenuta per una situazione che purtroppo si ripete costantemente nel nostro Paese e sulle ferrovie". Nel pomeriggio circa 40 persone hanno partecipato al presidio dei sindacati di base e delle associazioni che si battono per la sicurezza dei trasporti e sui luoghi di lavoro.
p. l. t.