NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Bologna, minacce di morte a Borsari: l’assessore sotto protezione. “Non mi lascio intimidire”

Dopo le frasi apparse sui muri disposta una misura di sicurezza nei suoi confronti. Il sindaco Lepore chiede tutele per gli esponenti della sua Giunta finiti sotto attacco

Bologna, 23 giugno 2024 – “Le proteste sono tutte legittime. Ma le parole di odio, le minacce di morte e la violenza fisica sono inaccettabili”. Simone Borsari non resta in silenzio. Non si lascia intimidire. L’altra sera, tra la violenza delle scritte vomitate dagli anarchici sui muri della zona fiera, una era dedicata proprio a lui: “Borsari muori male”.

Gli scontri di giovedì tra anarchici e polizia; nel riquadro, l'assessore ai Lavori pubblici Simone Borsari
Gli scontri di giovedì tra anarchici e polizia; nel riquadro, l'assessore ai Lavori pubblici Simone Borsari

Una scritta in vernice nera lasciata proprio nei pressi dell’abitazione dell’assessore ai Lavori pubblici, già presidente del Quartiere San Donato. E nei cui confronti adesso, come sollecitato anche dal sindaco Matteo Lepore, verrà disposta una vigilanza dinamica. Una tutela, che viene autorizzata dalla Prefettura, che prevede passaggi frequenti delle forze dell’ordine nei pressi dell’abitazione e dei luoghi frequentati dall’assessore, per tutelarne la sicurezza.

“Quanto è successo è molto grave”, ha detto ieri Borsari, che è già andato alla Digos, in cui ripone “massima fiducia”, a sporgere denuncia. L’assessore, in questo contesto di tensione che lo vede oggi protagonista suo malgrado, vuole mettere una parola definitiva: “Qui c’è un’amministrazione democraticamente eletta – spiega – che sta realizzando una scuola pubblica, in un quartiere che ha un bisogno enorme di spazi adeguati per i nostri ragazzi. Quindi stiamo lavorando per il futuro della nostra comunità”.

E il progetto delle nuove Besta aiuterà a “riqualificare seriamente il parco, portando più verde e più alberi”. Per questo, aggiunge Borsari, “non ci facciamo intimidire e continueremo a lavorare con passione e determinazione per la nostra comunità”.

Il sindaco ha subito espresso “solidarietà a Borsari e alla sua famiglia, per le intimidazioni subite, e lo ringrazio per l’importante lavoro che fa ogni giorno”. Secondo Lepore, “quanto sta accadendo al parco Don Bosco ormai da mesi è frutto di un clima di violenza aggravato dall’accondiscendenza da parte di aree politiche e culturali di varia provenienza”. Per questo, scandisce, “pretendo rispetto per gli assessori della mia Giunta, ma non solo. Sento il dovere di chiedere che siano anche protetti e tutelati, perché chi fa ogni giorno il proprio lavoro per la città non può vedere turbata la propria vita privata e familiare da un gruppo di violenti che sfruttano le giuste sensibilità ecologiste di tante persone in buona fede per fini politici di altra natura”. Bologna, afferma Lepore, “ha sempre avuto gli anticorpi per arginare la violenza politica in modo democratico e lo farà ancora una volta”.

In questi mesi di contrasti, come trapela dal Comune, il caso di Borsari non sarebbe isolato. “Non è la prima volta che vengono rinvenute scritte minacciose sotto casa di assessori della Giunta, riconducibili agli stessi mondi legati alla protesta contro la nuova scuola Besta – spiegano dal Comune –. In altre occasioni gli interessati e l’amministrazione hanno ritenuto di denunciare la cosa solo alle autorità competenti, senza darne notizia”.

La solidarietà, oltre a Borsari, è espressa dal sindaco, dalla segretaria del Pd Federica Mazzoni e dal segretario cittadino Enrico Di Stasi anche “al segretario del circolo Pd Davide Orsini, Enrico Verdolini, a tutti i compagni e compagne lì iscritti e ai residenti del Quartiere”. Mazzoni e Di Stasi chiedono che “venga fatta chiarezza: non siamo più di fronte ad una protesta nel merito su dove realizzare le nuove scuole Besta, siamo di fronte invece ad un attacco politico violento, guidato da una minoranza, che usa come pretesto l’ambiente per una battaglia contro il Pd e contro l’amministrazione di centro sinistra”.