di Mariateresa Mastromarino
Un migliaio di voci che grida e sfila per le strade per la Palestina. Un migliaio di persone che sventola i colori del Paese che "ancora non è riconosciuto, ma merita di esistere", chiedendo, ancora una volta, "la fine del genocidio a Gaza e la fine delle aggressioni criminali di Israele in Medio Oriente".
A scendere in piazza VIII Agosto, il Coordinamento Bologna per la Palestina, che racchiude circa quaranta realtà cittadine. Qui, circa trecento persone, prima di sfilare in corteo danno vita a un flashmob silenzioso e potente: per terra, a decine i presenti si sdraiano, coprendosi con dei lenzuoli bianchi, simboleggiando le vittime palestinesi uccise "da questo delirio omicida – recita uno striscione –. Stop Israele". Attorno a loro, uno striscione rosa illumina la piazza: "Stop al genocidio". Una richiesta netta che bussa anche alla porta di palazzo d’Accursio: "Ci vorrà di più dei vostri timidi gesti simbolici, delle vostre timide richieste di cessate il fuoco – scandisce uno degli organizzatori al megafono –: Il Comune si vergogni. Abbiamo visto un’intera classe politica parlare di alcune morti e non di altre. Ci è chiesto di non parlare della nostra resistenza, perché rischiamo di essere esclusi".
La voce si interrompe per accogliere gli applausi, seguito dal grido "Palestina libera", intonato da adulti, giovani e tanti bambini. "Ci è chiesto di essere solo vittime e di non resistere a questo genocidio – riprende l’organizzatore –. Questo non ci stupisce: questo Paese non ha fatto i conti con il proprio colonialismo, figuriamoci se fa i conti con quello che sta succedendo, con il Mediterraneo che è diventato un cimitero. Le manifestazioni continueranno".
Con "Palestina libera", il corteo parte – avvistati tra gli altri anche Patrick Zaki e Franco ‘Bifo’ Berardi, quest’ultimo con un cartello che recitava ‘Gaza, Auschwitz con le telecamere’ – e investe via dei Mille: sono un migliaio, a questo punto, le persone che, indossando la kefiah e sventolando la bandiera palestinese, costellano il centro. Nella folla, svetta una bandiera della Terra dei Cedri, perché "siamo in piazza per ricordare che è oramai un anno che sta andando avanti un genocidio nella striscia di Gaza – spiega Dawod di Giovani Palestinesi –: è fondamentale scendere in piazza perché quella che inizialmente aveva la forma di un’aggressione sulla striscia di Gaza si sta allargando anche al Libano con l’invasione di terra da parte di Israele". Il corteo si sposta in via Marconi. "È importante esserci e far sentire la nostra voce – conclude Dawod – per riportare all’attenzione ciò che sta accadendo in Palestina e in Libano". Si aggregano sempre più persone, a piedi o in bici, per raggiungere la fine della manifestazione in piazza San Francesco. Qui gli organizzatori, con i collettivi - tra cui Cambiare Rotta, Cua e Plat -, tuonano ancora "cessate il fuoco".