ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Migranti, si lavora all’hub per i minori Rizzo Nervo: "Massimo 50 persone"

L’assessore precisa: "Sarà una comunità, non un Cas come via Mattei". Ma a sinistra restano dubbi

Migranti, si lavora all’hub per i minori Rizzo Nervo: "Massimo 50 persone"

di Rosalba Carbutti

’Dove’ sarà è ancora difficile da stabilire- Ma ’come’ si farà – almeno nei desiderata del Comune – è chiaro. L’hub per i minori stranieri non accompagnati, proposto dall’amministrazione al prefetto Valerio Valenti venerdì durante il summit a Palazzo d’Accursio, sarà il tema principale del primo incontro del tavolo tecnico sui migranti di mercoledì in Prefettura. L’assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ricorda che, maggior ragione per quanto riguarda i minori, il ’faro’ resta il sistema Sai (Sistema accoglienza integrazione), quello dell’accoglienza diffusa, per cui l’hub fungerà sì da centro di primissima accoglienza, "ma certamente non sarà un Cas sul modello di via Mattei".

Altro punto sotto la lente, la dimensione dell’hub. "Non è pensabile un mega-centro da 200 o 300 persone. Al massimo, ma dico al massimo, i minori accolti saranno una cinquantina. Oppure si può anche pensare a due strutture con 25 giovani stranieri ciascuna", precisa il titolare al Welfare. In sintesi: "Non faremo il centro Mattei dei piccoli...".

Il Cas (Centro accoglienza straordinaria) di via Mattei, infatti, oltre ad avere numeri sovradimensionati (800 persone per 250 posti) è anche troppo lontano dalla vita della città.

"Quello a cui pensiamo è un modello che si avvicini a una comunità di minori. In un quartiere ben collegato anche con i bus al centro", insiste Rizzo Nervo.

Tradotto: l’hub non sarà in estrema periferia, né in un’ex caserma o in un’area dismessa. "Non vogliamo che assomigli a un carcere... ma sarà un centro dove si identificheranno i minori, si cercherà di stabilire l’età dei ragazzi, anche con l’ausilio delle aziende sanitarie, per poi, dopo trenta giorni, inserirli in un percorso Sai, di accoglienza diffusa. E su questo abbiamo comunità e competenze per farlo", conferma l’assessore.

Restano due nodi. Il primo: i fondi. Da Valenti è arrivata la disponibilità a dare una mano, in termini di risorse, magari attingendo anche ai bandi europei Fami. Il secondo nodo è politico. La sinistra di Coalizione civica, con il consigliere Detjon Begaj, lo disse chiaramente: "A un Cas per giovani stranieri sono contrario, è un misura non rispettosa della dignità umana". L’idea dell’hub va in un’altra direzione, ma per l’ala sinistra della maggioranza di Palazzo d’Accursio resta il rischio "di creare un Cas mascherato". Morale: sarà dirimente chi lo gestirà. Se il Comune o la Prefettura. Da quello che trapela, l’ipotesi è una governance condivisa tra Palazzo d’Accursio e Palazzo Caprara.