PAOLO ROSATO
Cronaca

Migranti, il Comune si difende: "Non esiste un caso Villa Aldini"

L’assessore Rizzo Nervo dopo lo stupro: "Le coop non hanno colpe, lo Stato si prenda le sue responsabilità"

Migranti, il Comune si difende: "Non esiste un caso Villa Aldini"

"Prentendiamo sicurezza", anche perché "siamo noi i primi a farlo, nelle strutture e nella città". Ma, per questo, "serve personale, non certo mettere in discussione la qualità del lavoro educativo e sociale di chi opera in quelle strutture". E poi, soprattutto, "non esistono i ragazzi di Villa Aldini".

Su queste frequenze, ieri, l’assessore Luca Rizzo Nervo ha sia difeso l’operato delle coop che lavorano nella gestione dell’accoglienza dei migranti, sia fatto presente che non possono essere gli educatori ad assicurare l’ordine pubblico, con una chiamata chiara nei confronti delle forze dell’ordine e quindi dello Stato. Il fulcro della prolusione a inizio Consiglio comunale dell’assessore al Welfare è stata la tentata violenza nei confronti di una donna in via Belle Arti, nella notte tra giovedì e venerdì, con le indagini che si sono indirizzate verso due 15enni ospitati nella comunità per minori stranieri non accompagnati di Villa Aldini. Quest’ultima, alcova anche della cosiddetta baby-gang delle vie San Mamolo e d’Azeglio. Insomma, Villa Aldini è finita nell’occhio del ciclone e il Comune ha voluto respingere una serie di accuse. Con alcuni chiarimenti. "Voglio di nuovo esprimere vicinanza e solidarietà alla donna vittima di questa ignobile aggressione – ha sottolineato l’assessore –. Si tratterebbe di due minori 15enni presenti a Villa Aldini da meno di dieci giorni uno e da otto l’altro. Villa Aldini, lo ricordo ancora è una struttura di seconda accoglienza che tuttavia svolge funzioni di prima accoglienza, in assenza di strutture governative".

In quella comunità, quindi "c’è un grande turnover: non esiste una presenza continuativa per mesi, come in alcuni casi è stato evocato, ma questi minori cambiano continuamente per portarli quanto prima in strutture di seconda accoglienza. Da mesi denunciamo una situazione di grandissima fatica del Comune nel sobbarcarsi un carico straordinario di minori, assumendosi una responsabilità e una funzione che spetterebbero allo Stato. Siamo stanchi di denunciare lo scaricabarile e di vedere che addirittura si segnala con matita blu l’eventuale mancanza del sistema di accoglienza. Gli educatori e gli operatori sociali fanno uno straordinario lavoro e sono i primi, talvolta – ha continuato l’assessore – a vivere le conseguenze". Rizzo Nervo, infine, è tornato a chiedere conto al Viminale dell’apertura dell’hub minori a Sasso Marconi. Anche perché entro ottobre Villa Aldini dovrebbe essere liberata per lavori. "Siamo pronti, ma manca sempre l’ok del ministero".

Il riferimento alle critiche alle coop probabilmente prende le mosse dalle parole della sottosegretaria Lucia Borgonzoni (Lega), che si era chiesta "come mai quei ragazzi fossero liberamente in giro a quell’ora". Sul punto è intervenuto ieri anche il sindaco Matteo Lepore. "C’è un grande assente in tutto questo che è il ministero degli Interni – ha detto il sindaco –. C’è una criminalizzazione nei confronti di villa Aldini quando non si conosce neanche di cosa si sta parlando. L’ordine pubblico è compito dello Stato. Il punto non è villa Aldini, il Pilastro o la Bolognina, ma come questi minori vengono gestiti". Intanto ieri il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno di Coalizione civica, che ufficializza il ‘no’ ai Cpr. Francesca Scarano (Misto): "Questi minori non vengono controllati da chi è pagato per farlo. Il Comune deve controllare il territorio, perché le notizie di questi giorni sbugiardano l’assessore. Scelta di Villa Aldini lungimirante? La gestione va tutta rivista". Fabio Brinati (FdI): "I cittadini sono stanchi per il clima di impunità che si respira. Da quanto c’è questa giunta c’è una escalation di fatti di cronaca senza precedenti. Chiediamo ancora un tavolo istituzionale allargato con l’Ausl".