"Se ci guardiamo intorno vediamo solo disperazione. O ci abbandoniamo a un destino spaventoso, o facciamo qualcosa". La cifra della disperazione però non fa parte della sua poetica, così Michelangelo Pistoletto qualcosa fa: crea. Pittore e scultore, dagli Anni ’50 ha attraversato l’arte contemporanea seguendo un suo personalissimo filo, dall’Arte Povera fino al recente Terzo Paradiso e, soprattutto, alla sua Formula della creazione.
E proprio di questo viene a parlare oggi alle 14,30 all’Accademia di Belle Arti, in un incontro dedicato agli studenti ma aperto a tutti. L’occasione, in dialogo con la storica dell’arte Silvia Evangelisti, sarà la presentazione del suo libro ’La formula della creazione’: in 31 passi il Maestro illustra il percorso che l’uomo ha affrontato attraverso la religione, la politica, la scienza e la cultura grazie ai semi dell’arte. E soprattutto, cosa bisogna fare oggi per affrontare questo passaggio epocale.
Maestro davvero con l’arte cambiamo il mondo?
"Non lo so se davvero posso farlo. Di certo non posso farlo da solo. È un compito che spetta a tutti, in ogni campo, impegnandoci in proposte concrete, vere, che dal piccolo possano poi allargarsi ad altro. Come una cellula che, pur piccola, è connessa a tutte le altre e dà vita ad un intero organismo".
Il concetto della connessione creativa è alla base anche del suo Terzo Paradiso.
"Il Terzo Paradiso è il simbolo della creazione: due cerchi che unendosi danno vita a un terzo, che è altro, un qualcosa in più e diverso. Rappresenta il mondo naturale e quello artificiale che non sono più in equilibrio, e per questo hanno bisogno di un terzo stadio. Nella Formula della creazione è implicito il concetto di contrasto, di conflitto, che solo in questo modo si può superare: espandendosi verso l’altro, creando qualche cosa che riguarda tutti, che tocca e cambia il tessuto sociale".
Un cambiamento che ha cominciato a trovare casa nella sua Cittadellarte di Biella.
"Abbiamo voluto creare un luogo vero, dove ospitare una nuova concezione di comunità umana rinnovata, e che si sta espandendo con le Ambasciate del Terzo Paradiso: sono già 250, e ognuna sta lavorando a proposte reali, per cambiare qualcosa".
Oggi parla agli studenti: sono loro la speranza?
"Certo. Io parlo agli studenti, perché l’educazione comincia qui, ma in realtà bisogna parlare agli insegnanti, che devono imparare ad andare oltre le singole esperienze o le opere d’arte, per arrivare a creare qualcosa dentro la società. L’arte oggi troppo spesso è pensata come ’svago’, mentre invece c’è bisogno di impegno".
Un impegno che richiede uno sforzo costante, nonostante tutto, e un grande ottimismo...
"È vero, ma se non lo facessi sarei molto meno felice".