Bologna, 11 agosto 2023 – Nel grande concetto di ‘queer family’, Michela Murgia aveva inserito una bella fetta di Bologna. Non poteva mancare nemmeno l’avvocata Cathy La Torre, oggi, dopo la morte della scrittrice per un mare incurabile, curatrice del suo testamento. “Michela ha iniziato una lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non è esattamente riconducibile all'eteronormatività e alla tradizione, cioè che non prevede legami di sangue tra i suoi componenti, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio”, spiega il legale bolognese.
Da quel momento, “centinaia di migliaia di persone si sono interrogate su che cosa è una famiglia queer”, prosegue l’amica intima della scrittrice. Cathy poi spiega che il secondo passo “è stato di dare concretezza a tutto questo di fronte alla legge e allo Stato, visto che lo Stato non riconosce alcun tipo di famiglia che non sia quella tradizionale, o le convivenze di fatto che siano registrate di fronte a un Comune di residenza. Quindi quello che abbiamo fatto è stato non solo dare dignità politica a questa forma di famiglia e relazioni, ma anche dargli una dignità di fronte alla legge”
“E lo abbiamo fatto – prosegue La Torre – attraverso un testamento articolato, attraverso una cosa che spesso la gente non fa perché pensa che costi molti soldi, invece in realtà scrivere un testamento di proprio pugno, olografo, non ha alcun costo e in qualche modo è uno dei primi passi che si può fare in questo senso. Così come un testamento biologico, che è una dichiarazione anticipata di volontà o anche nominare un esecutore o una esecutrice testamentaria che possano seguire in qualche modo l'applicazione di quel testamento”.