BOLOGNA
"Piango. Quando rivedo quelle immagini, le emozioni tornano a galla. E piango". Silvia Dal Santerno non trattiene le lacrime prima dell’inizio della proiezione di ‘Ho visto il finimondo’, non le trattiene mentre le immagini passano sullo schermo del Modernissimo e fa fatica a trattenerle anche dopo, a evento concluso, quando quelle emozioni comincia a metabolizzarle. Tra i protagonisti del docu-film c’è lei, che quelle scene le ha vissute in prima persona a Faenza, che non è morta per salvare la vita ai propri gatti.
Che significato ha per lei essere qui oggi (ieri, ndr)?
"Tante emozioni e tanta gratitudine verso chi ha realizzato questo racconto. Si sta facendo in modo di non far dimenticare nessuno di noi alluvionati".
La paura è quella di finire nel dimenticatoio, dopo promesse e proclami?
"Sì. Oggi ne parlano tutti, però domani? Chissà...".
Se potesse mandare un messaggio alle istituzioni, cosa direbbe loro?
"Il motivo per cui mi racconto e per faccio questo, è proprio per alzare l’attenzione. Per fare sì che l’alluvione non venga dimenticata".
A un anno di distanza, cosa le è rimasto più impresso?
"Ci sono immagini che non dimenticherò mai come non dimentico i momenti passati in solaio con i miei gatti. È molto dura rivedere queste immagini ed è stata dura ritornare in quel luogo. Soprattutto la sera, quando guardi dalla finestra: gli occhi vedono quello che c’è fuori, ma la testa torna a maggio".