
Un automobilista indica sconsolato il cartello con il prezzo del metano al chilogrammo
Bologna, 29 agosto 2022 - Tragiche sorprese per chi, arrivato al distributore, alza gli occhi e legge il prezzo del metano. Costi ormai fuori controllo, infatti, sembrano ormai farsi sempre più strada, mentre parallelamente il serbatoio o il portafoglio rischiano di rimanere a secco.
Leggi anche Bollette alle stelle: anche le cliniche in crisi
Perché se i rincari picchiano su molteplici settori, "nel nostro caso la difficoltà è ancora più grossa – spiega il presidente di Federmetano, Dante Natali –. Gli aumenti, a seconda delle materie, si aggirano intorno a cifre come il 40 o il 60%. Il metano, invece, ha visto il suo prezzo aumentare di dodici volte".
Una situazione drammatica, quindi, da affrontare con poche, forse pochissime armi a disposizione. E dove l’obiettivo principale rimane, tutt’ora, quello di sensibilizzare il governo per affrontare "un’emergenza che non è ancora stata presa sul serio – aggiunge – o meglio, non sono ancora stati presi provvedimenti all’altezza dell’incredibile aumento dei prezzi che abbiamo avuto nella nostra materia prima".
Sembra quindi non esserci sosta ai rincari. "Gli aumenti continuano e forse vengono creati ad hoc per mantenere alta la tensione sul gas – aggiunge Natali –. Per molti operatori il problema si riflette anche nella possibilità di perdere posti di lavoro, perché molti distributori sono mono-carburanti e non hanno alternativa. Non è un rincaro generale, ma è un’incredibile emergenza".
Che si scontra, poi, con un altrettanto incredibile "paradosso". Su questo, il presidente di Federmetano è netto: "L’Europa chiede ai paesi di ridurre la Co2 e il nostro settore è quello che, da sempre, ne emette meno. Non solo: è anche il settore con la maggior percentuale di sostituzione di carburante fossile con quello bio, che emettiamo dal 2018. È una situazione assurda, perché la nostra ‘soluzione’ consentirebbe di annullare le emissioni senza ulteriori investimenti o altre tecnologie – ammette Natali – ma lo scenario è critico e ci sono operatori che forse a ottobre non concluderanno un contratto di fornitura date le pesanti condizioni sul mercato.
L’Emilia-Romagna, inoltre, detiene il maggior numero di auto a metano. E il problema si fa così sempre più serio per molti. "Appare evidente come non ci sia ancora una chiara consapevolezza della grande potenzialità che questo settore ha – conclude Natali –. Parliamo di 1.500 impianti a livello nazionali e 56 in autostrada, 120 con metano liquido: ci sono voluti dieci anni per riuscire a completare la rete e ora ci piove addosso questa emergenza".
Già a settembre fu lanciato il primo allarme da parte di Federmetano, ma da lì non sembra aver mai smesso di ‘piovere’.