REDAZIONE BOLOGNA

Menarini Bus, c’è l’accordo. Ricollocamenti e incentivi

Bologna diventa sede legale, commerciale e di ricerca e sviluppo

La mobilitazione di quest’estate, quando si annunciarono i trasferimenti

La mobilitazione di quest’estate, quando si annunciarono i trasferimenti

Luce in fondo al tunnel per l’ex Bredamenarini. L’assessorato regionale al Lavoro, le organizzazioni sindacali Fiom, Uilm e Fim, e la Menarini Bus, hanno raggiunto nella serata di giovedì un accordo per gestire la fase riorganizzativa dello stabilimento di Bologna di Industria italiana autobus. Un solo voto contrario durante l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori che ha validato il tanto atteso patto tra sindacati e istituzioni, dove "viene data una risposta" ai 77 dipendenti coinvolti nella riorganizzazione aziendale. Il riferimento, in particolare, è a coloro che il 2 agosto scorso, mentre in città sfilava il corteo commemorativo dell’anniversario della strage di Bologna, hanno ricevuto la lettera di trasferimento per lo stabilimento di Flumeri (Avellino), provvedimento ritirato poi dopo poche ore.

Da quel caldo pomeriggio, è stato avviato un confronto al ministero del Made in Italy con la Regione, per determinare una soluzione condivisa. Oggi, il nuovo piano sociale prevede l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, con un’importante aggiunta salariale a carico dell’azienda per i lavoratori coinvolti. E sono tre le strade possibili: una parte dei dipendenti verrà accompagnata alla pensione, i restanti saranno ricollocati all’interno dello stabilimento bolognese, con percorsi di formazione mirati, o potranno accedere su base volontaria a un percorso di ricollocazione esterna incentivata. "L’obiettivo è non lasciare indietro nessuno", dicono in coro i delegati.

Alla fine, però, la produzione sarà spostata nel sito irpino. Infatti, il dubbio grande quanto una casa che interroga ancora le sigle sindacali è "la scelta degli azionisti pubblici di abbandonare una realtà strategica per la transizione ecologica". Inoltre, da Seri Industrial, l’azienda di Avellino che ha rilevato l’ex Breda, a metà settembre, sono arrivate prospettive positive riguardo a un piano di potenziamento dello stabilimento emiliano e una partnership con un gruppo cinese. Le parole, però, non bastano: "Ci lascia perplessi la decisione del governo di non investire in questo asset importante per il sistema industriale del nostro Paese e c’è grande rammarico per la scelta di Seri di spostare tutta la produzione nello stabilimento di Flumeri".

Il riassetto di Iia, in totale, porterà nel bolognese 26 nuovi ingegneri, tecnici e altro personale qualificato, insieme al rinforzamento dell’area ricerca e sviluppo. Un piano industriale – che i sindacati condividono affinché "non venga smantellato lo stabilimento" - in base al quale il sito di Bologna diventa la sede amministrativa, legale, commerciale, di assistenza ricambi e prototipazione. "L’accordo si colloca in un contesto difficile ma caratterizzato da un solido piano a tutela dei dipendenti – commentano il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla, e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia –. Ribadiamo l’importanza di un piano di assunzioni e la permanenza di attività nel bolognese. Il progetto di rilancio aziendale andrà seguito con attenzione".

Giovanni Di Caprio