Medy Cartier torna a tutti gli effetti, almeno per un po’, un uomo libero. Il trapper 23enne del Pilastro, che ha alle spalle alcuni problemi con la giustizia, è riuscito infatti a ottenere grazie al suo avvocato Roberto D’Errico la sospensione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale che dallo scorso luglio lo obbligava a non potere lasciare Bologna e a rincasare la sera entro le 19 per una durata di quattro anni. Un ostacolo enorme, lamenta lui, per la sua carriera artistica e per i suoi impegni professionali, molti dei quali a Milano, oltre che ai suoi concerti in altre città.
Tutto inizia il 12 febbraio 2024, quando la Questura, che ha la competenza per questo tipo di misure, chiede la sorveglianza speciale per il trapper dopo alcune vicende tumultuose che l’hanno visto protagonista: in particolare, il concerto non autorizzato e finito in rissa con tanto di accoltellamento tra fan al centro commerciale Gran Reno di Casalecchio, a dicembre scorso, poi, poco dopo, la multa della polizia che lo sorprese alla guida senza patente intento a bruciare un semaforo rosso.
Ma i guai di Medy non si limitavano a questo, e qui sta il punto: il 12 marzo scorso e fino al successivo 12 luglio, il ragazzo è stato infatti detenuto nel carcere della Dozza, arrestato dopo il parere negativo della Sorveglianza del tribunale dei minori sul percorso di affidamento in prova ai servizi sociali con cui stava affrontando una condanna per rapina e lesioni di quando era minorenne e di cui gli restavano da scontare circa cinque mesi. È solo quando uscì, dunque, che scattò la sorveglianza speciale della polizia, diventata esecutiva dal 23 luglio.
Ora però ecco arrivare una recente sentenza della Corte costituzionale che tratta un caso simile. E che dispone come, se la "misura è stata disposta mesi o anni prima della liberazione dell’interessato", come è appunto nel caso di Medy, "si esige una nuova valutazione della sua pericolosità alla luce degli elementi raccolti durante il periodo carcerario". In sostanza, dopo la liberazione del detenuto va "verificata, anche d’ufficio, la persistenza della sua pericolosità sociale. Sino a tale rivalutazione, la misura di prevenzione dovrà considerarsi sospesa".
E così, dopo un primo freno da parte del tribunale che aveva espresso la volontà di riservarsi la decisione in vista dell’udienza per discutere proprio di questa misura, già prevista per il prossimo 11 novembre, la seconda istanza dell’avvocato D’Errico è stata accolta dai giudici Pasquale Licciardo (presidente del tribunale), Massimiliano Cenni e Mirko Stifano. La misura è stata perciò sospesa e Medy può lasciare la città e rincasare quando vuole. Almeno fino all’11 novembre.
"Questa misura sospesa era prevista per una durata di quattro anni: una disposizione più che esagerata per un ragazzo appena ventenne, degna semmai di criminali di ben altro spessore – commenta l’avvocato del cantante, D’Errico –. Qui si parla invece di un giovanissimo dal curriculum che, per quanto sindacabile, non è legato a fatti di particolare gravità. Inoltre, lui per lavoro si deve muovere, deve avere contatti, presto farà canzoni con altri artisti. Questa misura gli impedisce di svolgere la sua attività. Speriamo venga recepito, l’11 novembre".
Tra i vari guai del chiacchieratissimo trapper, è in corso a Roma il processo per stalking nato dalla denuncia sporta sempre lo scorso febbraio da una sua ex fidanzata, nei cui confronti ora Medy ha la misura cautelare del divieto di avvicinamento, con braccialetto elettronico.