Bologna, 5 luglio 2024 – Componevano un sistema oliato, gli otto membri della associazione "gerarchicamente organizzata" dedita per 10 anni allo spaccio di cocaina e smantellata ieri l’altro dal blitz dei carabinieri. Tra loro, c’era pure un ex medico del Sant’Orsola, Elton Isaj, albanese di 44 anni. Isaj, che era stato per meno di un mese medico di base a Monghidoro, un anno fa abbandonò all’improvviso il ruolo, rendendosi irreperibile per motivi che il sindaco del Comune definì "gravi e personali". Circostanza che ora assume tutta un’altra luce.
Isaj, stando a quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo operativo della Bologna centro, coordinati dal pm Roberto Ceroni, non si faceva scrupolo a smerciare droga proprio dietro all’ospedale in cui lavorava: per esempio, il 20 dicembre 2021 veniva intercettato dagli inquirenti mentre, assieme a tre complici, smerciava 500 grammi di cocaina a uno sconosciuto in via Garzoni, a pochi passi dal nosocomio.
Domani a mezzogiorno, il dottor Isaj, che ora è alla Dozza, affronterà l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari Sandro Pecorella, insieme con sei dei nove soggetti nei confronti dei quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere (gli altri tre sono in carceri di altre città, così come l’unico indagato ad avere avuto gli arresti domiciliari, che è per ora ugualmente dietro le sbarre per problemi di indisponibilità di braccialetti elettronici). Lunedì toccherà agli altri. Tra le misure cautelari disposte, ci sono pure quattro obblighi di dimora; due persone sono latitanti.
Gli indagati, che sono attualmente 17, tutti albanesi tranne tre romeni, un bosniaco e quattro italiani, sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio (otto di loro, appunto), detenzione ai fini di spaccio e sfruttamento della prostituzione.
Per la Procura, al vertice del sodalizio stavano i fratelli albanesi Marsel e Klaudjo Cano, 38 e 35 anni, i quali "in stretta sinergia coordinavano e dirigevano gli altri associati, i collettori di proventi illeciti e il trasferimento del denaro in Albania". Inoltre, "dall’alto della loro posizione dirigevano le attività e sovrintendevano la complessa gestione della struttura" di questa sorta di ’azienda’ dello spaccio. Al secondo gradino stavano tra gli altri il loro cugino, poi Elton Isaj e suo fratello, questi ultimi incaricati in particolare del "reperimento e ricezione di ingenti partite di cocaina, a fronte del ruolo fiduciario ricoperto e dei contatti vantati con fornitori di altissimo livello". Spettava loro anche smistare la droga nei luoghi di stoccaggio e poi rivenderne le partite più rilevanti.
Un business illegale che sarebbe stato addirittura il punto di riferimento per lo spaccio all’ingrosso di cocaina in città. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia, durate due anni, hanno portato anche al sequestro preventivo di beni per due milioni di euro. Oltre alla droga, il sodalizio si sarebbe concentrato anche sulla prostituzione e alla ‘tratta delle bianche’ (in particolare ragazze romene).
Nel frattempo, la direzione generale del Sant’Orsola ha fatto sapere di "seguire l’evoluzione delle indagini, riservandosi di agire nelle sedi opportune come parte lesa" riguardo il ruolo del loro ex dipendente.