Sono oltre 300 i lavoratori di Medicina che devono ancora vedersi riconoscere la malattia durante il periodo forzato di ‘zona rossa’. Il rischio è che debbano ricorrere a permessi non retribuiti o alla ferie per coprire le assenze. Questo impasse è dovuto al fatto che l’ordinanza di zona rossa non fu emessa dal Governo ma dalla Regione. L’Inps, per questo motivo, non equipara la situazione di Medicina a quelle simili in Italia disposte però da Roma. In sostanza, dal 16 marzo al 3 aprile, i lavoratori di Medicina è come se fossero stati in vacanza. Il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami è fra coloro che lottano affinché questa ingiustizia venga risolta: "E’ necessario rimediare immediatamente a questa situazione surreale – sbotta il deputato –: deve essere riconosciuto alla gente lo stato di malattia, come già per le altre zone rosse, ed il Governo deve intervenire immediatamente. Roma si muove a passo di lumaca: già a fine marzo il Governo annunciava imminente il provvedimento chiarificatore dell’Inps e che ancora oggi non è stato assunto. Presenteremo un emendamento ad hoc in Parlamento per rimediare a questa incapacità".
La sottosegretaria Pd Francesca Puglisi spiega: "Stiamo cercando una soluzione per inserire un emendamento nel decreto Rilancio, per risolvere il caso di Medicina". Anche iI sindaco Matteo Montanari sperava in un rapido sblocco: "Da Governo e Regione erano arrivate rassicurazioni per trovare la soluzione già nel del decreto aprile, poi diventato decreto Rilancio a matà maggio". Invece, niente di fatto. "Abbiamo di nuovo contattato Regione, Governo e parlamentari – continua Montanari –, questa volta per avere un emendamento al decreto legge che in fase di conversione possa garantire ai lavoratori di Medicina bloccati dalla zona rossa, lo stesso trattamento degli altri". Montanari aggiunge: "Il nostro Comune non smetterà di chiedere provvedimenti a tutela di questa gente, fino a quando non saranno previste le stesse misure definite per i lavoratori delle zone rosse governative". Il primo cittadino non getta la spugna: "Ci aspettiamo una risposta concreta e veloce".
Matteo Radogna