PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

McLorin Salvant, una star al Duse

La cantante attesa domani sera per il Bologna Jazz Festival: un vero viaggio fra i Caraibi e Harlem

McLorin Salvant, una star al Duse

Cécile McLorin Salvant, vincitrice di tre Grammy Awards

Voce suadente, che evoca panorami esotici, tra i Caraibi e i fumosi jazz club dove è nato il bebop a Harlem. Sono canzoni che raccontano storie arcaiche e sensazioni misteriche, tribali persino, quelle che Cécile McLorin Salvant metterà in scena domani al Teatro Duse (via Cartoleria, 42, ore 21), primo concerto dedicato a una star dell’edizione 2024 del Bologna Jazz Festival. Perché questa cantante metà americana metà francese, nata nel 1989 a Miami, Florida, con origini franco haitiane, è già circondata dall’aura della celebrità. È considerata una artista capace di rinnovare i virtuosismi di una leggenda che arriva sino a Sarah Vaughan, che lei ha dichiarato essere la sua principale fonte di ispirazione, grazie ai dischi che, bambina, ascoltava a casa, e a Ella Fitzgerald.

Tre Grammy Awards, due dischi al primo posto nella prestigiosa classifica compilata dalla rivista Downbeat, la ‘Bibbia’ del jazz internazionale, dimostrano il talento straordinario di una interprete che si muove con grande disinvoltura attraverso i territori della musica moderna, ignorando ogni classificazione legata al genere. Per questo anche la definizione di ‘jazz’, per il suo linguaggio è riduttiva. Cécile McLorin Salvant, infatti, mescola, con lieve disinvoltura, le radici della cultura sonora afro americana, passando dal blues urbano del Delta del Mississippi, con il folk, rileggendo anche classici minori, brani dimenticati che la sua voce riesce a riportare a un nuovo splendore.

Una capacità di viaggiare nel suono che è alla base del suo disco più recente, Mélusine, dove le diverse lingue che utilizza si sovrappongono, dal francese all’inglese, dal creolo haitiano all’occitano. L’album gravita intorno alla storia fantastica di una figura caratteristica del folklore europeo che lei ha conosciuto grazie a un libro di Virginia Woolf, Melusine appunto, una spirito femminile composto di acqua che si materializza con le sembianze di un pesce o di un serpente. In questa opera la cantante si è anche confrontata con composizioni come D’un feu secret, scritta nel 1660 da Michel Lambert, cantante, autore e ballerino di corte e ha descritto il disco come "Un lavoro sulla sensazione di essere un ibrido, una miscela di diverse culture, che è quella che ho provato sulla mia pelle, non solo come figlia di due immigranti, ma anche come una donna cresciuta in una famiglia composta da genitori di diverse etnie, provenienti da paesi differenti, con differenti linguaggi parlati a casa".

World music, la sua, musica di un mondo che non conosce il senso restrittivo dei confini, ma rispetta, ama, i grandi patrimoni del sapere con i quali lei si confronta. Nei suoi concerti c’è l’opera, il teatro musicale, il cabaret, il vaudeville, i classici di Broadway e le sue ballate originali. Di lei il trombettista e divulgatore Wynton Marsalis, uno che fatto la storia del jazz contemporaneo, ha detto: "è una cantante unica, non ce ne saranno come lei per una o due generazioni".