Bologna, 1 dicembre 2024 – Banda dello spaccio nel centro bolognese:
oltre 140 anni di carcere complessivi per gli esponenti del sodalizio criminale che teneva in scacco la zona universitaria. Dei 45 a giudizio, disposta dal giudice Alberto Ziroldi la condanna in abbreviato per 23 di loro mentre altri 12 hanno patteggiato. Erano in origine 51 gli indagati, in seguito alla maxi operazione della Squadra Mobile che aveva sgominato la rete, nel marzo 2024, e che aveva portato a oltre trenta arresti. L’inchiesta, coordinata dalla Dda con il procuratore Giuseppe Amato e il sostituto Roberto Ceroni, era partita però, ben tre anni prima, da un pestaggio a fine agosto 2021: sei degli indagati, di origine tunisina, armati di mazze e bottiglie, avevano seminato il panico in via delle Moline: come emerse dopo, uno di loro – quello che stavano inseguendo – non voleva fare il pusher per la banda. Così, la Mobile, guidata dal dirigente Roberto Pititto, aveva fatto partire le indagini ed era poi emerso l’impianto gerarchico del gruppo, secondo gli inquirenti molto ben organizzato, una vera e propria associazione a delinquere che avrebbe visto nei vertici i tunisini Walid Ben Faleh (condannato ora a 11 anni di reclusione), Sabri Houachri (condannato anche lui a 11 anni di reclusione) e Omar Amri (condannato a 7 anni di reclusione). Eroina e cocaina venivano tenute al sicuro in abitazioni utilizzate dai vari indagati. Secondo gli investigatori, erano i tre tunisini citati a gestire ’l’associazione’, occupandosi di rapporti con i fornitori, delle consegne ai clienti e degli ’stipendi’ mensili ai sodali. La zona coperta era vasta: accertate cessioni nelle vie Mascarella, Zamboni, Capo di Lucca, Marconi, piazza VIII Agosto, Oberdan, piazza Aldrovandi. In carcere erano finiti anche due italiani.Seguendo le mosse della banda dello spaccio, gli inquirenti avrebbero individuato i fornitori: si tratta di cittadini di origine pakistana e nigeriana (per l’eroina), italiana e albanese (per la cocaina). Dalla scoperta era scaturito un altro filone di inchiesta, e anche per i coinvolti in questa seconda indagine è arrivata ora la sentenza: hanno patteggiato i ’capi’ Anis Haddar (4 anni e 6 mesi), Benedetto Saputo (4 anni e 8 mesi) e Yaroslav Varone (5 anni di reclusione), per cui sono state stabilite pure varie multe, anche molto salate. Per la polizia l’organizzazione avrebbe piazzato fino a 5mila dosi di cocaina e 1.500 dosi di eroina: in varie fasi vennero sequestrati tre chili di coca, un chilo di eroina e sei chili di hashish, oltre a circa 30mila euro in contanti. L’associazione era stata ritenuta pericolosa in quanto solida, aveva detto la gip Nadia Buttelli, proprio perché si trattava di una struttura molto ben organizzata.