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Maurizio Fabbri eletto presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna

Maurizio Fabbri, ex sindaco dell'Appennino, è stato eletto presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna.

Il neo presidente dell’Assemblea. Maurizio Fabbri scelto all’unanimità: "Porto le istanze dell’Appennino"

Maurizio Fabbri, neo presidente dell’Assemblea legislativa, salutato da de Pascale

Da Castiglione dei Pepoli alla guida dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Dalla montagna a Viale Aldo Moro. Maurizio Fabbri, classe 1977, arriva in abito scuro alla prima seduta del consiglio regionale e, già dai primi sorrisi, tradisce una certa emozione. Poco dopo, sarà Paolo Calvano, capogruppo del Pd, a proporre all’Aula sua elezione a presidente dell’Assemblea. Il voto arriva all’unanimità, centrodestra compreso. Una scelta, quella di Fabbri, che circolava anche nelle ultime ore, anche se qualcuno pensava che potesse fare il capogruppo.

Alla fine per lui, vicinissimo a Matteo Lepore e già presente nel suo staff, è arrivata la proposta per il ’salto’ alla guida del Consiglio. Una scelta che, di fatto, ’risarcisce’ anche il sindaco dopo il fallimento dell’operazione Stefano Caliandro in giunta, nella casella dei Trasporti. "Chi conosce il mio percorso sa quanto io sia legato alla mia comunità, l’Appennino, è da qui che nasce innanzitutto questo grande senso di orgoglio che sento, che non è mio ma di tutti i cittadini di questi territori che aspirano ad avere sempre più centralità nel dibattito pubblico".

Per lui, comunque, arriva il voto favorevole anche del centrodestra, sebbene Marta Evangelisti (FdI), che viene dalla montagna come Fabbri, non abbia mancato di pungere il centrosinistra (e il governatore) per lo scarso equilibrio di genere, dopo il tandem de Pascale-Colla in giunta: "Fabbri è un nome che abbiamo appreso con una tempistica inusuale rispetto alle legislature precedenti. Se fosse accaduto al centrodestra si sarebbe parlato di spaccature politiche e di mancanza di rappresentanza di genere...", dice con una vena polemica. Per il resto, viene valorizzata la sua provenienza dall’Appennino.

Un "bel segnale per la montagna", confermano sia Pier Ferdinando Casini, sia il dem ed ex assessore Igor Taruffi. Arrivano, infine, a stretto giro le congratulazioni del suo principale sponsor, Lepore, che nominata la giunta di de Pascale, aveva evidenziato il fatto che non fosse "considerato il peso delle correnti e il conteggio delle aree dentro al Pd".

Per il primo cittadino "l’elezione di un ex sindaco dell’Appennino a questa carica prestigiosa è un segnale di attenzione importante verso tutte le aree interne della regione e agli amministratori dei Comuni. A lui auguri di buon lavoro, saprà svolgere con autorevolezza questo incarico".

Parole di stima anche da de Pascale in risposta alle polemiche sull’affollamento maschile nei ruoli apicali del centrosinistra: "La decisione viene dall’Assemblea, ed è un’ottima scelta. Che apprezzo".