Morte di Matteo Prodi, travolto e ucciso a Bologna. Le motivazioni della sentenza: “Nessuna imprudenza della vittima”

Il pronipote 18enne di Romano Prodi venne investito il 27 febbraio 2020 sui colli dal professor Grandi condannato per omicidio stradale in primo grado a 7 mesi e 3 giorni

A sinistra la bicicletta su cui viaggiava Matteo Prodi morto a 18 anni investito sui colli a Bologna

A sinistra la bicicletta su cui viaggiava Matteo Prodi morto a 18 anni investito sui colli a Bologna

Bologna, 7 marzo 2023 – “Non vi fu nessuna violazione del codice della strada, nessuna imprudenza e, nessun concorso di colpa da parte della giovane vittima”.

Queste le conclusioni a cui è arrivato il Gup del tribunale di Bologna, Sandro Pecorella nel giudicare il professor Roberto Grandi, accusato e condannato in primo grado a sette mesi e tre giorni per l'omicidio stradale di Matteo Prodi, morto a 18 anni.

Il ragazzo, nipote dell'ex eurodeputato Vittorio, fratello di Romano, il 27 febbraio 2020 fu travolto e ucciso sui colli bolognesi, mentre era in bicicletta all'incrocio tra via di Barbiano e via degli Scalini.

Nelle motivazioni del processo in abbreviato il giudice spiega che dalle consulenze tecniche emerge chiaramente che l'imputato, proveniente dal centro e in svolta a sinistra, abbia completamente tagliato la curva, "manovra di per sé azzardata, anche se davvero comune agli utenti di quella strada”.

L'automobilista non diede la precedenza e se l'avesse correttamente concessa alla bici, "l'impatto tra quest'ultima e la vettura non si sarebbe verificato”. L'incidente “appare essersi realizzato come conseguenza dell'esclusiva azione del conducente, non essendoci, in questo caso, alcun concorso, né nel comportamento della persona offesa, né nelle condizioni climatiche” o in altri eventi esterni. 

Inoltre "non è provata l'elevata velocità del ciclista ma, anzi, appare ragionevole il contrario”. Il gup ha riconosciuto a Grandi le attenuanti generiche e l'attenuante del risarcimento del danno, attraverso l'assicurazione, ai familiari della vittima rappresentati dall'avvocato Guido Clausi Schettini, che ritirò la costituzione di parte civile dopo il risarcimento.

L'imputato, che ha avuto anche la sospensione condizionale, è difeso dagli avvocati Pietro Giampaolo e Luca Sirotti. Grandi si era candidato alle ultime elezioni comunali in testa alla lista civica in sostegno di Matteo Lepore, ma a meno di due settimane dal voto il professore universitario aveva deciso di farsi da parte, dopo che un cugino del giovane Prodi aveva definito ‘inopportuna’ la sua candidatura