Bologna, 6 febbraio 2017 – Il rettore Francesco Ubertini, cortei di prorettori, direttori di scuola, professori, il Senato Accademico al gran completo e tutti rigorosamente in toga ed ermellino. Tra le poltroncine un ministro (Maurizio Martina, a capo delle Politiche agricole, alimentari e forestali) e Romano Prodi, ex presidente del consiglio, e moltissimi colleghi illustri (tra loro Cracco, Oldani, la Bowerman). Tutti per applaudire Massimo Bottura, chef del miglior ristorante del mondo secondo la lista Worl’s 50 Best Restaurants 2016, che oggi pomeriggio è diventato dottore ad honorem in Direzione Aziendale. E lui l’ha dedicata alla mamma.
«Che emozione sarebbe per mia mamma vedermi qui oggi», ha sorriso dal pulpito prima di cominciare la lectio magistralis che lo visto commuoversi sul finale. Le motivazioni del conferimento della laurea le ha elencate Massimo Bergami, preside della Bologna Business School: «Per la passione e dedizione all’attività culinaria che lo rendono uno dei più importanti cuochi al mondo dell’era contemporanea, per la visione imprenditoriale e le capacità manageriali con cui ha raggiunto un successo senza precedenti a livello globale, per la capacità di essere fiero ambasciatore del made in Italy, e per la volontà di condividere il sapere e far crescere i giovani e le attività filantropiche…» .
In effetti, Bottura non si limita all’attività della Francescana, ma promuove progetti filantropici e artistici, come il Food for Soul, che vuole recuperare gli alimenti che altrimenti andrebbero buttati, messo in atto con i refettori di Milano durante l’Expo o di Rio durante le Olimpiadi, mense per bisognosi in cui gli aspetti sociali si sono associati a quelli artistici. E nell’arte lo chef si immerge ogni giorno quando crea un piatto, e ancor di più quando si ispira a pittori o musicisti, come l’adorato Thelonius Monk, che ha ispirato l’omonimo piatto (un merluzzo nero in brodo nero) e che ha animato, con i suoi pezzi, l’aula di Santa Lucia, interpretato dal pianista Claudio Vignali.