VALERIO BARONCINI
Cronaca

Parla Massimo Bergami: "Bbs, crescita continua. Villa e nuovo campus, il futuro è già qui"

Il Dean della Bologna Business School: "Siamo l’istituzione che è migliorata di più in Europa. Dal 9 all’11 giugno ospiteremo il convegno mondiale di tutte le più importanti scuole di business"

Una nuova area di studio: entro l’estate tutte le attività che ancora si svolgono in Fiera dall’inizio del Covid faranno ritorno nel campus

Che cosa ha in serbo per Bologna l’Anno che verrà? Quali sfide e quali opportunità attendono la città e cosa devono aspettarsi i bolognesi? Quali prospettive di sviluppo e di miglioramento ci sono per i cittadini? Il Resto del Carlino rivolge le domande ai protagonisti della cultura, dell’economia, delle istituzioni e più in generale di Bologna, con le interviste che continuate a trovare sulle pagine della cronaca locale. Oggi è il turno di Massimo Bergami, Dean di Bologna Business School, una delle realtà più innovative e internazionali della nostra città. Bergami, nell’intervista realizzata dal vicedirettore del Carlino, Valerio Baroncini, traccia la rotta per il 2024, un anno di svolta per la scuola di via degli Scalini: nell’anno alle porte, infatti, si concluderà la realizzazione del nuovo campus, simbolo plastico della crescita che BBS ha avuto dalla sua nascita a oggi, e a giugno proprio la nostra città sarà sede del convegno mondiale di tutte le più importanti business school a livello globale.

di Valerio Baroncini

Bologna, 29 dicembre 2023 – C’è una città, nella città, che mette insieme università, imprese, manager, istituzioni. Con un sapore internazionale e lo sguardo rivolto al domani, ma con la certezza che la rivoluzione è già in corso. "Vedo un fermento tra i giovani, una grande vivacità imprenditoriale, che è un segnale di speranza per il futuro. E mi auguro che questa rinnovata motivazione verso l’iniziativa si trasformi sempre più in progetti. Concreti". Massimo Bergami, Dean di Bologna Business School, dentro quella città nella città (e a sua volta ganglio fondamentale per Regione e sistema-Paese) è impegnato da molti anni. Con tre sfide per l’anno che verrà.

Bergami, qual è la prima?

"Continuare ad accompagnare persone e imprese nel percorso di crescita e trasformazione in un momento di cambiamento e incertezza così rilevanti, dovuti a nuove tecnologie, contingenze economiche, geopolitica, ma anche a una evoluzione nella motivazione delle persone e nell’approccio al lavoro".

Tante incertezze fanno paura?

"Incertezza è una parola che porta con sé molte sfide. Di fronte a queste, si può tergiversare oppure cercare di imparare a conviverci, cogliendo tutte le opportunità che si presentano. Serve attitudine al rischio, per crescere, e anche velocità".

Seconda sfida?

"È più interna: Bbs continua a crescere, sia come numero di partecipanti sia come organizzazione: ci sono sempre più persone coinvolte, docenti dell’Università di Bologna, numerosi altri da atenei internazionali, uno staff giovane e dinamico, tanti docenti dal mondo dell’impresa. Come nelle aziende, organizzare la crescita significa, anche per noi che siamo una fondazione privata, adeguare l’organizzazione mentre si sta correndo".

Non è un caso che stiate terminando il nuovo campus.

"Ed è la nostra terza sfida. Siamo in fase di conclusione, grazie anche a tutti coloro che ci hanno sostenuto fino a qui. Si tratta di un progetto architettonico e costruttivo ambizioso, reso più complesso dalla fase che sta attraversando il settore dell’edilizia, dall’aumento dei prezzi e infine dall’alluvione; i nostri immobili non sono stati toccati, ma abbiamo dovuto consolidare un versante della collina e a tutt’oggi via degli Scalini è ancora chiusa, per cui la via di accesso dal centro è via di Barbiano, percorribile a senso unico alternato. E se consideriamo che intorno a Bbs ruotano oltre 4mila persone tra partecipanti, staff e docenti...".

Tempistiche?

"Aspettiamo la consegna del campus entro alcune settimane, servono alcuni lavori di restauro a Villa Guastavillani e, prima dell’estate, contiamo di riportare a Bbs le attività che ancora si svolgono presso BolognaFiere dall’inizio del Covid. Riusciremo così a recuperare efficienza e ridare un’unità fisica e simbolica alla Scuola: le nuove tecnologie avranno un ruolo rilevante, ma non sostituiranno mai la parte essenziale che è l’incontro tra persone e la costruzione di un contesto di apprendimento fatto di relazioni tra partecipanti, docenti, staff e manager che collaborano con noi".

E qui veniamo a un tema di cui si parla ormai quotidianamente: qual è, anzi quale deve essere il rapporto fra gli uomini e l’intelligenza artificiale?

"Rispondo richiamando le parole di Reid Hoffman, intervenuto alla nostra Graduation in piazza Maggiore: l’intelligenza artificiale offre l’opportunità di amplificare l’intelligenza umana e di definire il futuro dell’umanità grazie al suo potere di aumentare ed elevare le nostre capacità. Naturalmente, come per tutti gli strumenti dipenderà da come sarà usata: vale per un’auto, per un bisturi, così come per l’intelligenza artificiale".

L’impressione è che la nostra comunità debba ancora imparare molto.

"Come europei dovremmo smettere di accontentarci di fare solo gli arbitri. In una competizione globale, con Usa e Cina, dobbiamo guadagnarci un ruolo in campo; rispetto agli altri abbiamo una minore capacità di fare grandi investimenti specifici, ma pensando alle imprese, possiamo trovare un grande spazio per innovare applicando l’intelligenza artificiale nei sistemi produttivi, in termini sia di processi, sia di prodotti. Sono aree nelle quali Bbs sta lavorando, applicando l’approccio interdisciplinare che le deriva dalla collaborazione tra docenti di aree diverse e da uomini e donne di impresa; in questo siamo unici nel panorama delle business school".

Bbs è un’eccellenza come testimoniano anche alcune recenti classifiche. Per una internazionale siete secondi in Italia .

"La Bocconi è in campo da oltre 50 anni; per noi essere al secondo posto, soprattutto nella classifica derivante dal giudizio dei Dean di tutte le business school internazionali è una grande responsabilità. Per il Financial Times , invece, siamo la scuola che ha fatto il balzo in avanti maggiore in Europa; siamo entrati in classifica al 90esimo posto lo scorso anno, grazie all’accreditamento internazionale, e ora siamo balzati al 66esimo. È un segno della nostra direzione, il risultato di un grande lavoro di team".

Quali nuovi corsi avete in partenza?

"Gli Executive Mba rappresentano l’asse portante per mantenere in allenamento i manager, anche se cresce molto rapidamente la formazione su misura per le imprese, fatta con una logica sartoriale. Tra i corsi a catalogo, a gennaio inizierà l’Executive Master in Artificial Intelligence for Business e un Executive Master in Food Innovation and Regeneration; questo è un programma pilota, in modalità ibrida (distanza e aula) costruito con il Future Food Institute. Oltre agli investimenti nel nuovo campus, Bbs continua a destinare importanti risorse ai nuovi prodotti e all’innovazione didattica. Questo è possibile grazie alla relazione con i tanti Soci della Fondazione, con i business partner, con le istituzioni private e pubbliche, tra cui la Regione, che mostrano di apprezzare l’impatto delle attività di Bbs".

Una vera e propria comunità.

"Tecnologia e didattica, ricerca e formazione manageriale si incontrano. Dal 9 all’11 giugno ospiteremo il convegno mondiale di tutte le business school. Il nostro orizzonte, parte da Bologna e comprende tutta la regione (quasi la metà di chi esce da BBS lavora in Emilia-Romagna), ma non solo: circa il 20%, sono all’estero e non sono cervelli in fuga, ma energia fresca, nodi della nostra rete che hanno noi e con il nostro network relazioni stabili e produttive".

E Bologna? In questa serie di interviste molti hanno lamentato problemi infrastrutturali, la necessità di sviluppo dell’aeroporto e, soprattutto, il bisogno di pensare in grande, uscendo dal piccolo cabotaggio.

"Mi sembra una positiva visione del nostro potenziale. Per questo dobbiamo continuare a far leva sull’approccio di gruppo, facendo crescere la collaborazione fra imprese, istituzioni, accademia e comunità: ecco, se insieme avremo questo atteggiamento, se valorizzeremo la collaborazione, non potremo che avere successo. Le istituzioni pubbliche sono sollecitate da mille istanze, ma nell’impossibilità di fare tutto, è importante scegliere alcuni grandi progetti intorno ai quali catalizzare le strategie di un territorio, senza per questo dimenticarsi dei bisogni di tutti".