LETIZIA GAMBERINI
Cronaca

Martin Adler e i bambini ritrovati, Bruno Naldi: "E' un regalo di Natale"

Il pensionato: "Ricordo i soldati, le loro tende e i dolci che ci davano. Avevano anche una scimmietta che mi corse dietro spaventandomi"

Il soldato americano saluta gli ex bimbi salvati nel 1944 (Isolapress)

Bologna, 15 dicembre 2020 - Davvero questa non se l’aspettava Bruno Naldi. Che quell’ex soldato venisse a cercare proprio loro, lui e le sue sorelle. "Appena tutta questa situazione del Covid sarà finita, sarebbe proprio bello vedersi di persona". Naldi, classe 1937, vive a Castel San Pietro dal 1982. E sul Sillaro vivono anche le sue sorelle Mafalda e Giuliana. Eccoli i tre bambini della foto che ha fatto il giro del web. La mamma Rosa, invece, se ne è andata nel 2000.

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Naldi, che storia incredibile. "E’ stata una cosa... siamo felicissimi".

Come avete scoperto della foto e che Martin vi stava cercando? "E’ sta mia nipote a chiamare... la figlia di mia sorella. Ha detto, ’mi sembra che siete voi’. E in effetti sì, mi sono riconosciuto. Abbiamo iniziato a fare i conti, lui è del 1924, io del 37... sì, aveva 13 anni più di me. Poteva proprio essere così".

Si ricordava di quel soldato? "Proprio di quel giorno no. Ma di quel periodo e delle truppe americane sì. Mi ricordo delle prime granate che da Firenze arrivavano dalla Raticosa. In quel periodo ero al Monte delle formiche, dove abitavano i miei nonni. Poi ci siamo spostati al Rio della Predella, oltre Monterenzio. Stavamo in un rifugio a qualche centinaio di metri dalla casa, poi quando sono arrivati gli americani siamo riusciti a entrare".

Gli americani come Adler. "Non mi ricordo della foto in particolare, mia sorella invece si ricorda della cesta, di un soldato che la prendeva sulle ginocchia e che la sera venivano a giocare a carte a casa nostra. Del resto sono stati mesi su quel fronte. Avevano una batteria di cannoni nel cortile e ogni volta che sparavano si apriva una finestra. Mi ricordo anche delle loro tende, parecchie, lungo il corso d’acqua vicino. E soprattutto che avevano una scimmietta, che una volta mi è corsa dietro. Ma gli americani ci hanno liberato e dato da mangiare".

E dopo la guerra? "Ricordo le bombe cadute vicino a Montecalderaro, la terra era tutta un buco. La mia era una famiglia di agricoltori, fino al 1962. Ma già nel 1953 ci siamo trasferiti e nel 1959 partii militare a Cuneo".

Martin si è chiesto che cosa aveste fatto nella vita. "Io ho lavorato come muratore e poi con un mio cugino in una fonderia di leghe leggere a Bologna. Dal 1994 sono un pensionato tranquillo. Sono sposato, ho avuto una figlia e ora sono bisnonno di un bimbo di 10 mesi. Anche le mie sorelle si sono sposate. La grande, Mafalda, è stata coltivatrice ed è nonna di tre bambini. Anche Giuliana ha due figli e nipoti". Che cosa vi siete detti dopo questa scoperta? “"E’ stata una cosa... siamo felicissimi. E’ stato un regalo di Natale. Speriamo, dopo questo Virus di poterci incontrare. Questo periodo è molto peggio della guerra".