NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Marta Collot "Io, stuprata al parco Parri E oggi sono perseguitata da uno stalker"

La portavoce nazionale di Potere al Popolo si racconta: "Non siamo noi a doverci vergognare, ma chi opprime gli altri". La protesta fuori dal tribunale in via D’Azeglio dopo la sentenza di non luogo a procedere per l’uomo che da anni la molesta

di Nicoletta Tempera

"Oggi voglio prendere parola in prima persona e dire che ero io la donna stuprata tre anni fa. E sono io a essere stalkerata, sono io ad aver dovuto cambiare casa e abitudini. Voglio raccontare la mia storia perché è la storia di tantissime, troppe donne". Marta Collot ha la voce ferma mentre legge le due pagine in cui ha riassunto la lotta più difficile che si è trovata a combattere. Solo le mani, che tremano reggendo il foglio, tradiscono l’emozione di questa ragazza, 28 anni, portavoce nazionale di Potere al Popolo e già candidata sindaco alle scorse elezioni. Nel raccontarsi e nel raccontare una storia che è sua. Ma che è comune a tante.

Marta Collot ha rotto così un riserbo, durato tre anni, perché "chi si deve vergognare e nascondere è chi fa la scelta di usare la propria posizione di potere per opprimere un altro essere umano". E torna a denunciare "collettivamente una violenza, come fatto tre anni fa, dopo che sono stata stuprata nel parchetto di via Parri in Bolognina", dice. Per quella violenza, avvenuta dopo una serata in un locale, lo stupratore, Orianderson Venturi (33 anni), è stato condannato in abbreviato a 8 anni e ora è alla Dozza. "Grazie al mio avvocato – dice Collot – siamo riuscite a portare la voce della ‘vittima’ in tribunale. E ho potuto dire in faccia al mio stupratore ciò che penso: che ha approfittato del suo vantaggio fisico, ma che non mi sono mai piegata perché quello che questi uomini non sanno è che esiste qualcosa che rende più forti di qualsiasi forza fisica: si chiama lotta e si chiama organizzazione".

Un’organizzazione che ha fatto rete, anche ieri mattina, di fronte al tribunale in via D’Azeglio, al grido di "tocchi una, tocchi tutti", per denunciare quello che l’avvocato Marina Prosperi, legale di Collot, definisce un "cortocircuito giudiziario". Un giorno non a caso quello scelto, la vigilia dell’8 marzo, per "denunciare l’abissale distanza – dice Collot – tra i proclami e gli inviti alle donne a denunciare i casi di violenza e la realtà contro cui le stesse donne devono scontrarsi quotidianamente, anche in ambito giudiziale". Il riferimento, come spiega l’avvocata Prosperi, "è la sentenza di non luogo a procedere emessa lo scorso primo marzo dal gup Letizio Magliaro nei confronti di un uomo, pericoloso, che da tre anni perseguita Marta ed è per questo già in carcere".

Ossia Alberto Tagliati, 50 anni, pregiudicato per stalking, violenza sessuale e pure sequestro di persona per fatti avvenuti a Pianoro nel 2004. Per l’uomo, il pm Marco Imperato aveva chiesto il rinvio a giudizio per atti persecutori, per le condotte messe in atto nel 2019 nei confronti della giovane politica. Messaggi sui social, foto modificate, richieste continue che avevano costretto la ventottenne a cambiare abitudini e vivere in uno stato d’ansia continuo. "Quando presentammo la denuncia nel 2019 – spiega l’avvocato Prosperi – il pm chiese un divieto di avvicinamento, rigettato dal gip, Alberto Gamberini, che aveva ridimensionato tutto a un corteggiamento non gradito". L’iter giudiziario però è andato avanti e qualche mese fa all’uomo è stato notificato il fine indagine. "A quel punto sono ricominciate le persecuzioni – dice ancora Prosperi –. Richieste continue di incontro e pure minacce molto violente, a Marta e a persone a lei vicine". Viene sporta un’altra denuncia, questa volta il pm Imperato chiede e ottiene, dal gip Francesca Zavaglia, la misura cautelare del carcere per l’uomo, che oggi è ancora alla Dozza. Due vicende collegate, ma trattate in due fascicoli distinti. Ed è questo, per Prosperi, il motivo del "cortocircuito che ha portato al non luogo a procedere per i fatti del 2019, sentenza in cui non si tiene conto delle condotte reiterate e aggravate che hanno portato al nuovo arresto di un mese e mezzo fa. Contro la decisione la Procura ha annunciato che presenterà ricorso in Cassazione".