Bologna, 7 agosto 2023 – Aveva vent’anni quando la bomba ha cambiato per sempre la sua vita: Marina Gamberini, allora impiegata all’azienda di ristorazione della stazione, è sopravvissuta allo scoppio, la sua foto mentre urla nel momento in cui la portano via in barella tra le macerie ha fatto il giro del mondo e, suo malgrado, è diventata un simbolo.
Che effetto le fanno le dichiarazioni di Marcello De Angelis sull’innocenza di Fioranti, Mambro e Ciavardini?
"In 43 anni ho sentito dire tante cose. Questa è solo l’ultima e mi indigna profondamente perché si cerca di ribaltare le verità processuali. Anzi, mi correggo, ne seguiranno anche altre. Comunque, l’innocenza va provata: che si presenti in tribunale e porti le prove e mettiamo tutto agli atti. C’è una sentenza basata su documenti. Ho assistito a tutti i processi sul Due agosto e solo io so quanto mi sia è costato. Come quando volevo intervenire, ma dovevo rimanere zitta. Per fortuna in tanti hanno preso le distanze da queste dichiarazioni".
Secondo lei, perché queste parole sono state pronunciate tre giorno dopo la commemorazione della strage?
"A settembre ricominciano i processi, io me lo spiego così. Anche se il presidente della Repubblica Mattarella è stato chiaro: la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi".
Ha sentito qualcuno dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage?
"Non ancora. Ma tanto noi siamo abituati ad ascoltare diverse posizioni. Ma per fortuna a Bologna la gente sa reagire, anche se se è stufa di queste cose. Lo vediamo".
Da che cosa?
"Mercoledì scorso la piazza era piena di gente sotto il sole rovente: era lì perché ormai non vuole più una verità, ma la verità. È stata la più bella commemorazione che io ricordi".
Perché?
"Ho sentito che le persone la pensano come me e come tutti i familiari che hanno perso i loro cari. A me fa bene sentire la gente vicino".
Che cosa porta ancora tanta folla davantii alla stazione?
"Prima di tutto il desiderio di commemorare e onorare chi non c’è più. Io l’altro giorno avevo accanto il babbo di Franca Dall’Olio. Lei lavorava con me e aveva la mia stessa età (e qui la commozione spezza la voce di Marina, ndr ) e poi l’abbraccio dei tanti che vengono per far sentire la loro presenza, anche loro cercano la verità".
Quest’anno si è preparata in modo particolare?
"Nei giorni precedenti ho rivissuto i tanti momenti dolorosi e forse non è un caso che mi sia vestita di nero. Però è arrivata anche una bella notizia".
Quale?
"Mio figlio Gianluca, di 28 anni, e altri due figli di feriti sono entrati nell’Associazione. Siamo riusciti a passare loro il testimone".
Un ingresso per portare avanti le vostre idee?
"Sì, ma in realtà ci piacerebbe che noi vedessimo la fine dei processi, perché altrimenti lasciamo un ’peso’ ai nostri figli. Quando sento dire a Gianluca ’io non c’ero, ma sono figlio di questa esperienza’ per me è molto triste".
E come supera quei momenti?
"Con l’aiuto di mio figlio. Certo, a volte ricorda che quando era piccolo secondo lui ero ’una mamma non tanto a posto’, però subito dopo mi prende le mani per dirmi ’l’importante è che tu stia bene’".