La Magneti Marelli vede la luce. Sono due le proposte, come anticipato il mese scorso e confermato ieri dall’azienda al termine del tavolo romano al ministero delle Imprese e del made in Italy, per il passaggio di proprietà dello stabilimento di Crevalcore, nel bolognese. Il ballottaggio è tra la piemontese Tecnomeccanica (sedi a Novara e Moncalieri) e la multinazionale Niche Fusina (del gruppo americano Dada con stabilimenti alle porte di Venezia, in Gran Bretagna e Francia). Si tratta di aziende del settore dell’alluminio che hanno presentato offerte non vincolanti. Ci sarebbe, poi, fanno sapere i sindacati, un interessamento da parte di una multinazionale finlandese, ma più sullo sfondo.
Al summit è stato chiarito il timing: a fine gennaio l’impegno formale all’acquisizione con le offerte vincolanti di Tecnomeccanica e Niche Fusina entro inizio febbraio. I piani industriali verranno presentati (è l’impegno) alle parti sociali entro la fine del mese prossimo per chiudere la partita a marzo.
Da fonti sindacali filtra che partirebbe in vantaggio Tecnomeccanica, per avere presentato un piano più definito con garanzie sul riassorbimento di oltre 150 dipendenti. Anche le caratteristiche industriali stesse dell’azienda paiono più in continuità con lo stabilimento di Crevalcore.
"Si è imboccato un percorso positivo per salvaguardare l’occupazione e assicurare un futuro industriale. Siamo fiduciosi che si siano create condizioni serie per arrivare entro la fine di febbraio alla soluzione della crisi", dice l’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla. Le due imprese confermano quanto valutato negli incontri "tra me e la sottosegretaria Fausta Bergamotto: sono due realtà che hanno reputazione, storia e un progetto manifatturiero industriale reale", dice Colla. Spinge sulle "necessità di mantenere i posti di lavoro", Sergio Lo Giudice, delegato al Lavoro e capo di Gabinetto del sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore. "Una giornata importante che restituisce un futuro ai lavoratori di Crevalcore", la sintesi della nota unitaria di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr. "L’investimento di Tecnomeccanica – dettagliano i sindacati –, azienda da 170 dipendenti, sarebbe di circa 25 milioni con il riassorbimento di almeno 150 lavoratori. Niche Fusina, con oltre 500 dipendenti in Europa, riassorbirebbe 150 persone, con un investimento per la conversione dello stabilimento di 12-15 milioni di euro". In entrambi i casi, Marelli dovrebbe garantire la continuità della produzione durante i primi anni. Scoperte meno di 80 persone: per offrire una soluzione a tutti i 228 dipendenti attuali, riferiscono i sindacati, "Marelli è disponibile a trasferire su base volontaria fino a 68 lavoratori in altri stabilimenti con un incentivo più alcuni a Bologna, a offrire uno scivolo pensionistico di 7 anni e ad aprire una procedura di uscite volontarie e incentivate".
Rosalba Carbutti