Altro che fumata bianca. La Marelli va avanti e conferma la sua intenzione di chiudere, già da fine anno, lo stabilimento di Crevalcore dove lavorano 229 persone. Insomma, per dirla con chi c’era al tavolo di ieri in Regione, la preoccupazione è aumentata. Doveva essere il primo round per salvare l’azienda, in attesa del summit al ministero delle Imprese e del made in Italy a Roma martedì 3 ottobre con Adolfo Urso. I lavoratori sono accorsi in massa coi sindacati (erano 300-400) in presidio con bandiere e striscioni e una richiesta chiara: stoppare il licenziamento di tutti i 230 dipendenti, dopo che la proprietà, il fondo americano Kkr, ha annunciato la chiusura dello stabilimento in provincia di Bologna. Ma dal confronto con i vertici dell’azienda che ieri mattina in Regione hanno incontrato il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, gli amministratori locali e i sindacati, è emerso che tenere aperto lo stabilimento è ormai insostenibile, sia per i costi sia per il calo del lavoro dovuto alla transizione dell’auto verso l’elettrico. Bonaccini e Colla hanno chiesto all’azienda di arrivare all’appuntamento a Roma con un progetto per il futuro di Crevalcore e hanno sollecitato la partecipazione di un rappresentante del fondo americano Kkr.
"Questa è l’Emilia-Romagna del Patto per il lavoro e per il clima" e nessuno "deve fare cassa sulla pelle di centinaia di lavoratori", è sbottato Bonaccini che definisce "inaccettabile" l’approccio di Marelli. Sulla stessa linea anche l’assessore Colla, per il quale l’azienda "non ha dato risposte all’altezza delle aspettative delle organizzazioni sindacali, dei lavoratori e di tutte le istituzioni". Per il governatore e l’assessore "va ritirata immediatamente la procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore". D’accordo il sindaco Matteo Lepore pronto alla mobilitazione: "Chiudere un impianto invece di rilanciarlo sulle nuove tecnologie è una scelta sbagliata". Confindustria Emilia-Romagna con Annalisa Sassi punta il dito sulle decisioni Ue sulla riconversione del settore automotive: "Questi sono i segnali di scelte forse un po’ troppo radicali a livello anche di Unione europea che creano tensioni". Parla di "scelte troppo affrettate", in merito alla decisione di ’emissioni zero’ delle auto entro il 2035 anche il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini che prevede "altre chiusure". Intanto la politica si schiera con i lavoratori. Il Pd con il segretario regionale Luigi Tosiani chiede "lo stesso impegno delle istituzioni locali da parte del governo" perché, aggiunge la leader provinciale dem Federica Mazzoni, "va sventata la chiusura dello stabilimento". Più ottimista FdI con la capogruppo in Regione Marta Evangelisti che, pur preoccupata, parla di "soluzione possibile", auspicando un esito diverso al tavolo di Roma. Oggi, intanto, è attesa a Crevalcore la segretaria dem Elly Schlein. Domani arriverà il leader di Azione Carlo Calenda.
ros. carb.