Dopo le nuvole, all’orizzonte sembra si comincia a intravedere il sereno. Il tavolo regionale sulla Marelli regala uno spiraglio di luce per il futuro dello stabilimento e dei 229 lavoratori: spuntano cinque gruppi industriali interessati a rilevare il sito di Crevalcore, quattro italiani e una multinazionale. Hanno passato la fase di valutazione sulla robustezza del piano industriale, sulla sostenibilità finanziaria e sull’assorbimento dei lavoratori, mentre due sarebbero già in fase più avanzata. Sulla trattativa, però, resta il massimo riserbo. Si tratterebbe di gruppi industriali di diversa dimensione, attivi nella fusione e lavorazione di alluminio per vari settori, a partire dall’automotive e dall’energia. Il summit interlocutorio era stato convocato in previsione dell’incontro a Roma con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, già fissato per l’8 novembre, ma si riaggiornerà pochi giorni prima, venerdì 3.
L’incontro si è svolto tra le torri di viale Aldo Moro e Vincenzo Colla, assessore regionale al Lavoro, ha convocato tutte le parti coinvolte: i sindacati (Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil), Ugl, Aqcf-R, Confindustria, Sergio Lo Giudice (Città metropolitana), il sindaco di Crevalcore Marco Martelli e i rappresentanti di azienda e lavoratori.
"Un primo passo avanti concreto – evidenzia Colla –. Oggi si è aperto il nuovo cantiere che dovrà portarci, con la responsabilità e la serietà di tutti, a trovare una soluzione per i lavoratori coinvolti e per il futuro dello stabilimento. Siamo a un passaggio molto delicato e importante, che vede già in campo soggetti industriali con una propria autonomia di processo e di prodotto. Così riteniamo si possa affrontare una discussione, a partire dai sindacati, per la reindustrializzazione del sito, ma soprattutto per la massima salvaguardia di tutti i posti di lavoro".
Una partita che vede dunque una schiarita dopo il temporale, dopo la mobilitazione e i presidi fuori dai cancelli dello stabilimento nelle settimane scorse, avvenuti prima dello stop ai licenziamenti e alla chiusura dello stabilimento con l’arrivo del 2024, annunciati il 3 ottobre.
I sindacati non esultano ancora e vogliono andarci con i piedi di piombo: "L’assessore ha definito i possibili acquirenti come ‘seri’ – spiega Mario Garagnani (Fiom) –. Noi, ovviamente, riteniamo la trattativa pienamente aperta. Chiaro che ora parte una discussione concreta: ci sono elementi importanti, ma non ancora definitivi, che arriveranno solo con un accordo tra le parti". Sulla stessa linea le altre sigle. La crisi della Marelli, si ricorda, arriva a cinque anni dal passaggio da Stellantis alla giapponese Calsonic Kansei, controllata dal fondo Kkr.