Bologna, 1 gennaio 2024 – Quando il primo gennaio del 1968 papa Paolo VI celebrò la prima giornata mondiale della pace, il pontefice parlò di una “pace doverosa”. Da allora questa ricorrenza ha preso sempre più una dimensione laica trasformandosi anche in una marcia. Oggi le nove province dell’Emilia Romagna hanno deciso di fare un ulteriore passo in avanti verso quel dovere chiedendo che all’interno della nuova giunta regionale vi sia un assessore con delega alla pace e alla non violenza.
“Da Piacenza a Rimini – spiega Alberto Zucchero, esponente di spicco della realtà Portico della Pace – chiediamo al presidente de Pascale che vi sia una rinnovata sensibilità su questi temi individuando una figura istituzionale che la rappresenti”.
A Bologna la tradizione di camminare insieme è consolidata, ma quest’anno la comunità ebraica ha deciso di non partecipare per due motivi: la mancanza di sicurezza e la scelta da parte dell’amministrazione comunale di esporre la bandiera dello stato palestinese su una finestra di palazzo d’Accursio. “E’ solo un problema di opportunità e di fatti contingenti – a parlare è il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna –, ma la nostra unità è profonda perché la pace non ha colore. Sono più preoccupato per un’altra questione. Noi stiamo tradendo la Costituzione italiana perché non stiamo ripudiando la guerra e soprattutto stiamo indebolendo tutte quelle realtà che sarebbero in grado di risolvere i conflitti e che non riescono a farlo, perché al contrario di quello che indica la Carta, non stiamo rinunciano ad una parte della nostra sovranità». In una triste classifica tra i conflitti quanto sta succedendo nella striscia di Gaza ha superato per interesse l’invasione dell’esercito russo subita dall’Ucraina. “Purtroppo 17 mila bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano – dichiara il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche italiane Yassine Laframe – non sono bastati per colmare la sete di sangue del criminale di guerra Netanyahu. Questo non significa stare dalla parte di qualcuno ma richiamare le coscienze di tutti su quanto sia necessaria la pace. Mi dispiace tanto che oggi ci sia ancora chi mette in dubbio il genocidio in corso. Ce lo dice l’Onu e ce lo dicono tanti leader mondiali».
Chiude la schiera degli interventi il sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Credo che ogni occasione mancata di camminare insieme per la pace sia una occasione persa. In Palestina ci sono bambini che muoiono di freddo, altri che muoiono di fame e per questo motivo abbiamo deciso di appendere la bandiera palestinese al fianco di quella per la pace”. Difficile dire quante migliaia di partecipanti abbiamo preso parte alla marcia bolognese, con il vento che, per uno strano gioco del destino, in mattinata ha arrotolato la bandiera fonte di divisione.