Stop all’utilizzo del maschile universale generalizzato per quanto riguarda la comunicazione interna ed esterna della pubblica amministrazione. È l’obiettivo del manuale ‘Parole che fanno la differenza. Scrivere e comunicare rispettando le differenze di genere’, presentato ieri mattina a Palazzo d’Accursio. Le linee guida indicano un’attenzione nel linguaggio e nel "non anteporre sempre il maschile al femminile – si legge – e a non considerare il maschio più importante", con particolare riferimento alle parole "fratellanza" e "paternità", quando si riferiscono a donne e uomini. È sconsigliato scrivere "la fratellanza tra le nazioni", ma è più corretto "la solidarietà tra le nazioni"; oppure – se l’artista è donna – piuttosto che "la paternità di quest’opera è attribuita a.…", è meglio "la maternità di quest’opera è attribuita a.…".
"Oltre alle parole, è importante anche declinare al femminile le cariche istituzionali – dichiara la vicesindaca Emily Clancy –. Come amministrazione vogliamo creare un linguaggio in cui tutti i cittadini e le cittadine si sentano valorizzati e valorizzate nelle loro differenze, per dare visibilità a una diversità di genere".
Secondo la sociolinguista Vera Gheno, "la lingua è la cosa più personale che abbiamo, ma è anche ciò che crea la società in senso collettivo. La presa di posizione delle amministrazioni serve a prendere coscienza della sua dimensione collettiva. Cambiando la lingua si cambia il modo in cui vediamo la realtà, e così facendo ci viene voglia di cambiare la realtà stessa".
Dall’ utilizzo dell’asterisco e della ‘schwa’ alla lista di domande finali per capire se è stato utilizzato il giusto linguaggio, "il testo risulta essere molto pratico e pensato per offrire delle strategie linguistiche rispettose di tutte le differenze di genere, oltre che per ridurre le distanze tra amministrazione e chi riceve il manuale", dichiara Olivia Pinto, ufficio stampa e comunicazione istituzionale del Comune.
"Questo strumento dà visibilità alle donne che vengono nascoste da un maschile che pretende di essere universale", ricorda Rita Monticelli, consigliera delegata ai diritti umani e dialogo interreligioso e interculturale. La guida "serve a creare un’ulteriore occasione per impegnare i nostri dirigenti nella semplificazione del linguaggio", commenta Maurizio Ferretti, direttore comunale del settore innovazione, semplificazione amministrativa e cura delle relazioni con il cittadino.