Bologna, 29 novembre 2024 – "Le piazze non si precettano. Abbiamo già dati di adesione allo sciopero altissimi. È la miglior risposta che ci può essere ed è il segno che questo Paese chiede di cambiare delle leggi balorde. Piazze così piene dicono che siamo sulla strada giusta. Il Governo ascolti questi lavoratori e riapra trattative con i sindacati per cambiare una legge di bilancio che rischia di mandare a sbattere tutto il Paese". È in prima fila nel corteo che attraversa una parte del centro storico di Bologna il leader Cgil Maurizio Landini. Con lui il segretario regionale Uil, Marcello Borghetti, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e il neo presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, seguiti via via da tanti lavoratori di aziende in crisi e di tutti i settori, da ogni provincia dell'Emilia-Romagna.
Il corteo ha raggiunto piazza Maggiore e l'obiettivo di 25mila persone sarebbe stato oltrepassato. Sarebbero 50mila le persone che hanno partecipato, fanno sapere i sindacati, organizzatori della manifestazione partita alle 9.30 da porta Lame, nell'ambito dello sciopero nazionale e generale di 24 ore (nei servizi dei trasporti aereo, pubblico locale e marittimo) indetto, per oggi, da Cgil e Uil.
Un’agitazione contro la manovra di bilancio del governo Meloni, ovvero contro il Ddl Bilancio ("che riduce il welfare universalistico, gli investimenti e i servizi pubblici") e il Ddl Sicurezza ("con le limitazioni sul diritto al dissenso").
Lo sciopero è di 8 ore. Tranne i treni che sono garantiti, lo stop riguarda tutti i settori, dall’industria alla sanità, dall’università ai trasporti locali (qui gli orari dei bus di Tper). Per quanto riguarda questi ultimi, in particolare, il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato l’ordinanza di precettazione, dunque anziché 8 si fermano 4 ore, dalle 9 alle 13.
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Le dichiarazioni di Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi-Sinistra: "Vogliamo cambiare il Paese. Un grande sciopero per i diritti dei lavoratori e contro una manovra che va contro i cittadini.
Serve una reazione. La rassegnazione è il principale nemico di chi vive in difficoltà. Rivoltarsi, secondo la legge, vuol dire no alla rassegnazione".
"Vogliamo scusarci con gli italiani per il disagio di avere questo governo. Lavori in corso per costruire un'alternativa", sono le parole di Angelo Bonelli, Alleanza Verdi-Sinistra. "Oggi siamo qui contro una manovra che riduce i diritti e fa delle elemosine inaccettabili, diminuendo pensioni e sanità pubblica. Il risultato delle regionali dimostra che si può vincere. Gli italiani vogliono un cambiamento. Bologna è un punto di riferimento per il centrosinistra, queste persone oggi in piazza sono una risposta ai fascisti che hanno sfilato per le vie della città, offendendo Bologna, medaglia d'oro alla Resistenza".
"Una giornata di sciopero è sempre portatrice di disagi. Ci sono delle ragioni che i sindacati rivendicano come fondate: il Governo ha un'opinione differente, quanto meno perché prima di uno sciopero bisognerebbe vedere i contenuti di una manovra, se è uno sciopero ideologico o uno sciopero di contenuti sta agli italiani valutarlo, sperando che, evidentemente, l'abuso degli strumenti di sciopero non si traduca in uno strumento di lotta politica". Cosè il viceministro ai Trasporti, Galeazzo Bignami, a margine degli 'Stati generali della ripartenza' di cui è ospite, organizzati a
Bologna dal think tank 'Riparte l'Italia', presieduto dal professor Luigi Balestra. "Lo sciopero è un diritto che va riconosciuto e garantito, ma va esercitato nelle forme previste dalla legge come insegna la nostra Costituzione" conclude.
"Siamo di fronte al 19esimo mese consecutivo di calo della produzione industriale nel nostro Paese, quindi al di là delle balle che questo governo racconta, noi siamo di fronte, in alcuni settori, dall'abbigliamento all'automotive ad altri settori a un rischio molto concreto di recessione, di regressione", ha anche detto il Landini. "È chiaro - ha continuato - che la mobilitazione di oggi è una mobilitazione che mette al centro in realtà la necessità di nuove politiche industriali, il governo ha tagliato 4 miliardi e 600 milioni che dovevano essere destinati al rilancio e agli investimenti del settore automotive, per esempio, sta tagliando miliardi sul Mezzogiorno". Il governo, "oggi è assente e silente, sta raccontando balle e un Paese che non c'è e le piazze si stanno riempiendo perché la gente non vive da un'altra parte, ognuno guarda la propria condizione e le condizioni stanno peggiorando".
"Siamo pronti a mobilitarci per impedire che ci siano licenziamenti e chiusure di fabbriche. Chiediamo che si ripristini il blocco dei licenziamenti come è stato per il periodo del Covid. Continuiamo ad andare avanti, a partire dal rinnovo dei contratti anche nel pubblico impiego. Chiediamo che il Parlamento, che deve ancora discutere e votare la manovra, produca dei cambiamenti radicali", ha aggiunto. "Per quello che ci riguarda proseguiremo anche nelle prossime settimane chiedendo anche il ritiro del decreto sicurezza e cambiando quelle politiche stagliate del governo. Da un certo punto di vista la lotta per il rinnovo dei contratti non è una battaglia di una parte, riguarda i lavoratori privati come quelli pubblici".
"Mi sembra chiaro che c'è stato un tentativo esplicito di mettere in discussione questo diritto. Tra l'altro è in discussione in Parlamento un decreto, che viene chiamato decreto sicurezza, e noi chiediamo che sia ritirato, che vuole far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, l'occupazione delle fabbriche quando chiudono. È chiaro che siamo di fronte al tentativo serio di una svolta autoritaria che mette in discussione la libertà di esistere e la libertà delle persone", ha detto il segretario Cgil Maurizio Landini, a margine del corteo rispondendo a una domanda sul diritto di scioperare.
Rumorosa è la rappresentanza delle lavoratrici di La Perla, azienda produttrice di lingerie in crisi da tempo, che cantano cori. "È ora di rivoltare il Paese come un guanto. Le ingiustizie hanno raggiunto un livello non più sopportabile", è l'accusa del leader Cgil Maurizio Landini, unitosi ai cori delle operaie La Perla e giunto in prima fila insieme al sindaco Matteo Lepore e il presidente della Regione, Michele de Pascale, oltre alla presenza dei due segretari regionali di Uil e Cgil, Marcello Borghetti e Massimo Bussandri.
"È il momento della rivolta sociale. Contro le scelte ingiuste del governo Meloni". È la scritta nelle migliaia di gilet dei manifestanti partiti questa mattina da Porta Lame intorno alle 9.30 per la manifestazione regionale nell'ambito dello sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil contro la manovra di bilancio 'sbagliata', secondo i due sindacati, del Consiglio dei ministri. L’unione di manifestanti ‘rossazzurri’ - spicca anche una bandiera della Cisl -, dai colori principali di Cgil (rosso) e Uil (azzurro), è diretta in piazza Maggiore con l’obiettivo di "aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Rivendichiamo al sistema delle imprese e al governo di prendere i soldi da extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva; oltre a rinnovare i contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici e privati per aumentare il potere d’acquisto con detassazione degli aumenti", si legge nel manifesto redatto dai due sindacati.
Partito puntuale alle 9.30 il corteo da porta Lame. Tra i presenti anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il neo presidente dell'Emilia Romagna, Michele de Pascale, e il segretario della Cgil, Maurizio Landini. "È ora di rivoltare il Paese come un guanto", ha detto Landini, che per prima cosa ha salutato le lavoratrici de La Perla. "Le ingiustizie hanno raggiunto un livello non più sopportabile", è l'accusa del leader Cgil.
Durante lo sciopero, al call center 051/290290 sarà garantita la presenza di un operatore. Lo sciopero riguarderà anche il personale del Marconi Express, il cui servizio potrebbe non essere garantito.
Al corteo ha già annunciato la sua partecipazione il sindaco Matteo Lepore, con fascia tricolore. A Bologna ci saranno anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: i parlamentari di Avs parteciperanno al corteo bolognese, al quale ha annunciato la sua presenza anche la segretaria del Pd Elly Schlein: da parte del governo, dice, c’è stata "sordità rispetto alle istanze della Cgil e della Uil, con il rifiuto ad ascoltare le loro ragioni e la forzatura di negare il diritto allo sciopero che è un diritto costituzionale".
I lavoratori si ritroveranno a porta Lame alle 9,30 per arrivare, passando da piazza dei Martiri, via dei Mille e via Indipendenza, in piazza Maggiore alle 10,30.