"Con una battuta amara abbiamo detto che gli assassini sono voluti tornare sul luogo del delitto. Aver dato quella piazza, dove era stata individuata Francesca Mambro vestita da tedesca, ha un significato davvero negativo". Così Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto 1980, durante il presidio organizzato ieri mattina nella sala d’aspetto della stazione, lì dov’è custodita la lapide delle 85 vittime della bomba scoppiata 44 anni fa. Presidio arrivato in risposta alla manifestazione di Rete dei Patrioti e CasaPound del 9 novembre scorso in piazza XX Settembre, a due passi dal teatro della strage fascista. Presenti, con Bolognesi e i familiari delle vittime, anche i rappresentanti delle associazioni di Milano e di Brescia, il sindaco Lepore, i segretari regionale e provinciale del Pd, Luigi Tosiani e Federica Mazzoni, insieme con Pierluigi Bersani. Durante il suo intervento, il presidente ha riletto il verbale del Comitato per l’ordine pubblico relativo alla manifestazione dell’estrema destra. "La volontà di tutti – dice – era quella di spostarla, ma si è trovata un’altra piazza, perché i patrioti avevano l’obiettivo di venire vicino alla stazione per entrare nella campagna elettorale. Sono stati capaci di farlo perché protetti dalle istituzioni nazionali, non da Bologna. Dobbiamo dirlo: le 300 camicie nere sono state protette dalla polizia. Questo non deve passare, è davvero squallido e bisognerà capire". Bolognesi ha poi accusato la premier Giorgia Meloni di "strabismo" rispetto alla manifestazione dell’estrema destra. "Noi continueremo a chiedere – afferma – chi ha dato quell’autorizzazione ed è bene che lo facciano tutti i cittadini. Anche questo è un modo per non lasciare sole le vittime del 2 agosto. Noi ne abbiamo avuto abbastanza".
Dure anche le parole dell’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani: "I casi sono due, o ci sono dei deficienti a tal punto da non capire che insulto possa essere per Bologna, e non credo che esistano, o qualcuno ci ha messo la manina". Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Lepore che ha definito "scempio" quanto successo il 9 novembre: "Se non avessi detto qualcosa – sottolinea – non me la sarei più sentita di tornare a Palazzo d’Accursio. Per noi il 2 agosto è una cosa vera. Crediamo in questa città e nei suoi valori di solidarietà, democrazia e antifascismo. Vedere 300 camicie nere che marciano con il passo dell’oca e con i canti fascisti non è degno di questa città e della nostra democrazia".
In serata, la nota della Rete dei Patrioti, con cui si stigmatizza la frase di Bolognesi "secondo la quale ’l’assassino tornerebbe sul luogo del delitto’, che sottintende una responsabilità normale e politica nella strage di Bologna: è pura calunnia. Non accetteremo passivamente queste menzogne e valuteremo azioni legali".
Chiara Caravelli