REDAZIONE BOLOGNA

Manichino di Meloni a testa in giù a Bologna, Bonaccini: "No spazi a chi sceglie violenza"

Un gesto deprecabile e da punire anche secondo il sindaco Lepore quello durante la manifestazione di ieri sera. "Violenza inaccettabile. Piena solidarietà alla premier, la invito qui". Conte: "Gesto inqualificabile"

Bologna, 11 novembre 2022 - Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, seguito a ruota dal governatore Bonaccini condannano con durezza l'episodio di ieri sera, quando un manichino con le fattezze di Giorgia Meloni è stato appeso a testa in giù alla torre Garisenda, nel centro della città (guarda il video). Non solo: Lepore chiede a chi di dovere di individuare e punire i responsabili, e che nessuno fornisca sponde agli autori di questo gesto. "Esprimo massima solidarietà e vicinanza alla presidente Giorgia Meloni - tuona il presidente della Regione - E' inaccettabile. Nessuna critica o posizione politica può passare per la violenza, l'intimidazione e l'attacco alla persona". E, sui social, rimarca: "Quanto avvenuto non ha nulla a che vedere con i valori della città di Bologna e della comunità emiliano-romagnola. Soprattutto in un momento così difficile serve coesione e non ci può essere nessuno spazio o legittimazione per chi sceglie la violenza".

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Il manichino con la parrucca bionda appeso a testa in giù a Bologna
Il manichino con la parrucca bionda appeso a testa in giù a Bologna

"La nostra città è stata vittima di un gesto di violenza inaccettabile. Come sindaco e cittadino di Bologna - si aggiunge Lepore via social - non solo condanno con fermezza, ma chiedo che i responsabili vengano identificati e che provvedimenti seri siano assunti dalle autorità competenti. Non ci può essere tolleranza, né comprensione".

Secondo Lepore, esponente Pd, "manifestazioni di questo tipo nulla hanno a che fare con la dialettica democratica. Al contrario, la violenza politica è la morte della democrazia. Cosa che non consentiremo. Non a Bologna". Per questo, è l'appello del primo cittadino, "chiedo a tutti e a tutte di isolare i violenti, di non offrire alcuna sponda di comprensione o legittimazione. Perché alle questioni sociali si risponde con la politica che si rimbocca le maniche, non invece con la stupidità egoista e inconcludente di che soffia sul fuoco per cercare di esistere".

Per quanto riguarda la presidente del Consiglio Giorgia Meloni "esprimo piena solidarietà e la invito a venire quando vorrà a Bologna. Sarà accolta personalmente da me a nome della città". "La mia vicinanza - conclude poi Lepore - va anche ai cittadini, alle imprese e alle forze dell'ordine, costrette a subire questi soprusi e a operare per il bene comune".

Le fotografie sono state condivise dalla pagina Facebook di Laboratorio Cybilla, il collettivo al femminile costola di Cua, che assieme a quest’ultimo e Split (Spazio per liberare il tempo) ieri ha attraversato più volte le vie del centro in un lungo corteo partito attorno alle 18 da piazza Verdi e proseguito fino a sera. "Tra poche settimane (giovedì 24 novembre, ndr) per l’inaugurazione del Tecnopolo e di uno tra i 5 computer più potenti al mondo arriverà in città Giorgia Meloni. Ma non sarà mai la benvenuta a Bologna e da nessun’altra parte", scrivono le attiviste sui social, puntando il dito anche contro il decreto "anti-rave" e gli "attacchi all’aborto in maniera celata".

Solidarietà in un post su Facebook, anche dal segretario del Pd Bologna, Federica Mazzoni. "E lo faccio pur essendo e restando lontanissima dalle sue posizioni politiche, anche già rese concrete in queste prime settimane di Governo. Il confronto con gli avversari politici lo si fa con la politica e sulla politica"

Solidarietà alla premier da tutto il mondo politico

Anche il governatore delle Marche, in quota FdI, si unisce alla condanna. "È molto grave l'episodio avvenuto a Bologna nei confronti del presidente Giorgia Meloni. La condanna per questo atto intimidatorio sia unanime: il confronto democratico non può sfociare mai nella violenza. Le giunga la massima solidarietà". Lo scrive questa mattina su Twitter il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.

"Grave l'episodio avvenuto ieri a Bologna nei confronti del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a cui va tutta la mia solidarietà. Violenza, odio e minacce sono inaccettabili e vanno sempre condannate con fermezza". Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, vicesegretario nazionale e portavoce di Azione.

"Solidarietà alla presidente Meloni. A Bologna un episodio intollerabile che va condannato fermamente. La democrazia è confronto, anche scontro, mai minaccia". Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.

"La mia solidarietà e vicinanza a Giorgia Meloni. Quanto accaduto a Bologna è inaccettabile. Manifestare il dissenso politico è sempre lecito, farlo inneggiando alla violenza non è degno di un grande Paese come l'Italia". Lo dichiara Mara Carfagna, deputata di Azione.

"La protesta è pienamente legittima - scrive l'ex premier Giuseppe Conte su facebook -. Manifestare, fischiare, dissentire rientra nel quadro di una lotta politica. Farlo appendendo un manichino con il Premier a testa in giù è una forma di protesta dal sapore fortemente violento. Le politiche inadeguate della destra non si combattono con gesti inqualificabili come questo. Si combattono democraticamente nelle istituzioni e nelle piazze, senza mollare un centimetro".

Rimossi i graffiti dello street artist 

Le immagini di Lucio Dalla, Raffaella Carrà e della Premier Giorgia Meloni con un cartello in mano che recita "the rave is not over!", in chiaro riferimento alla recente norma anti-rave. Sono "sbucate" fuori nel corso della scorsa notte, in alcuni angoli del centro, e - secondo gli organizzatori della mostra - rimosse dopo poche ore dall'amministrazione comunale della città, tre nuove opere dello street artist  TVBoy. I tre lavori sono stati realizzati dall'artista proprio dopo l'inaugurazione a Palazzo Albergati di Bologna della mostra "Jago, Banksy, TVBoy e altre storie controcorrente", organizzata da Arthemisia.