
Quanti sono i medici di base che mancano: i dati per provincia in Emilia-Romagna
Bologna, 11 aprile 2025 – Sono 1.441 i medici di famiglia che mancano in Emilia-Romagna. I numeri sono stati calcolati dalla Regione che ha elaborato una vera e propria mappa delle zone carenti, specificando addirittura dove obbligatoriamente devono essere collocati i medici, in quanto esistono zone dove i cittadini sono in seria difficoltà per l’assistenza di base.
È la provincia di Modena quella dove mancano più dottori, esattamente 267, seguita da quella di Bologna con 247, al terzo posto c’è Reggio Emilia con 209 posti vacanti. Al quarto posto si colloca la provincia di Parma dove c’è bisogno di altri 145 medici, poi Piacenza con 113, Ravenna 109, Ferrara 107. Chiudono la poco rassicurante classifica: Rimini dove occorrono altri 90 medici di base, Cesena dove ne servono altri 63, Forlì 59, infine Imola dove c’è bisogno di altri 34 dottori.
Una mappatura che non è piaciuta al sindacato Fimmg che, a firma del segretario generale regionale Daniele Morini e del vice segretario vicario Salvatore Bauleo, ha inviato una lettera di fuoco all’assessore alla Salute, Massimo Fabi. La missiva sottolinea il "forte dissenso con le modalità di pubblicazione delle zone carenti, effettuata senza la preventiva istituzione della Aft, le aggregazioni di medici di famiglia, come prescritto dall’Accordo collettivo nazionale vigente. Senza tale istituzione non è possibile calcolare in modo corretto il numero esatto di medici necessari sul territorio". Il sindacato si riserva quindi di valutare tutte le azioni sindacali (non viene escluso lo sciopero) e legali a tutela dei medici e del rispetto dell’Accordo.
Tante le reazioni: lo Snami, altro sindacato di rappresentanze dei medici fa notare che "in Emilia-Romagna il numero di incarichi banditi per i medici di famiglia è di appena il 12,5 per cento, cioè 175 posti di formazione contro 1.441 incarichi vacanti. Di questo passo peggiorerà lo scenario di precari senza titoli messi in servizio, senza stabilità nel sistema – sottolinea il presidente regionale Roberto Pieralli –. Ennesimo oltraggio ai giovani medici e ai cittadini che vedranno un continuo turnover di professionisti". Mentre Fabio Brinati, vice segretario regionale dello Smi dichiara: "È fuori da ogni logica pretendere che i medici scelgano con cognizione di causa se aderire o meno al ruolo unico senza avere a disposizione informazioni sui loro futuri incarichi e attività in palese contrasto con quanto stabilito nell’Accordo collettivo nazionale. È contro ogni logica sindacale e di buon senso. Non ci meravigliamo se poi le prossime zone carenti e i concorsi per la medicina generale andranno deserti".

Interviene anche Marco Cupardo, segretario regionale della società scientifica di medicina generale Simg, il quale fa notare che "le zone carenti riflettono una crisi strutturale. Serve valorizzare il medico di famiglia, garantendo condizioni attrattive e sostenibili, tutelando il rapporto di fiducia con i pazienti, soprattutto anziani e fragili".
Elena Ugolini, consigliere regionale di Rete Civica afferma che "i medici non possono essere trattati come manovalanza con cui coprire buchi che spesso nascono da una mancata programmazione. La discrepanza fra il numero di medici di medicina generale necessari sul territorio regionale e il numero di posti previsti per la formazione di nuovi è emblematica".
Lancia l’allarme Marta Evangelisti, capogruppo in Regione per FdI: "Mancano 1.441 medici di base e 118 medici di emergenza territoriale in Emilia-Romagna, con criticità a Bologna e Modena. A tutto ciò si aggiunge il preoccupante fenomeno delle dimissioni in massa di medici e infermieri, sempre meno propensi a lavorare in una situazione insostenibile. Servono bandi per colmare subito i vuoti negli organici".