Bologna, 17 luglio 2024 – Durante i due mesi di domiciliari ha avuto un comportamento corretto e, anche se alcune delle parti offese abitano vicino a casa sua, per il giudice non c’è rischio per la loro incolumità, date le "particolari modalità" con cui lui agiva e il luogo in cui lo faceva, ossia la centrale operativa del 118 Emilia Est del 118 all’ospedale Maggiore.
Obbligo di dimora nel comune di residenza (Valsamoggia) senza braccialetto elettronico, quindi, anziché domiciliari con braccialetto: la giudice Nadia Buttelli ha alleggerito la misura cautelare nei confronti Claudio Tacconi, l’infermiere ex coordinatore della centrale del 118 del Maggiore accusato di avere avvelenato i colleghi stordendoli con un antipsicotico mescolato alle bibite o al cibo che questi erano soliti consumare al lavoro.
L’istanza era stata presentata dai difensori dell’infermiere, avvocato Carla Garrasi e Gabriele Bordoni, e accolta dal pm che aveva però richiesto l’obbligo di dimora con mantenimento del braccialetto elettronico. Il legale di una delle parti offese ha sottolineato in una memoria come alcune di queste risiedano proprio in Valsamoggia, ma la giudice ritiene che ciò "non consenta affatto di ritenere sussistente un concreto e attuale pericolo di reiterazione delle condotte a loro danno, atteso il luogo in cui sono avvenuti i fatti (la centrale) e le particolari modalità" in cui si sono svolte. Dato il "decorso di tempo dall’applicazione della misura – due mesi – e il comportamento regolare tenuto dal soggetto anche durante le autorizzazioni concesse", l’obbligo di dimora pare "idoneo a fronteggiare le esigenze cautelari e garantire adeguatamente le persone offese", essendo Valsamoggia "lontano da dove sono avvenuti i fatti" e comunque l’indagato non potrà "rientrare al lavoro".
Tacconi è ai domiciliari dal 13 maggio: lo stabilì il tribunale del Riesame, con conferma dalla Cassazione, dopo che la richiesta della pm Francesca Rago alla stessa gip Buttelli era stata respinta. La difesa chiese ancora la sostituzione o revoca della misura dopo la sua esecuzione, ma l’istanza fu respinta. Ora, due mesi dopo, le cose sono cambiate. "Una decisione corretta – plaude l’avvocato di Tacconi, Bordoni –. Ci sono ancora tanti aspetti da chiarire su questa vicenda, ma solo procedendo senza animosità o pressioni si potrà giungere a verità stabili sull’accaduto".
Sono almeno dieci gli episodi contestati a Tacconi, tra il 2020 e il 2023: diversi suoi colleghi, tra cui elicotteristi pronti al servizio in volo, accusarono malori stranamente simili, a distanza ravvicinata. Le accuse sono lesioni e atti persecutori.