Malori alla centrale del 118. L’Ausl: "Sette casi in 4 mesi". Vandalizzate anche tre auto

Un operatore ha perso i sensi ed è stato sottoposto alla terapia anti-ictus: "Che spavento". Il sospetto è che sia stato usato uno psicofarmaco, l’Entumin. Inchiesta della Procura.

Malori alla centrale del 118. L’Ausl: "Sette casi in 4 mesi". Vandalizzate anche tre auto

Malori alla centrale del 118. L’Ausl: "Sette casi in 4 mesi". Vandalizzate anche tre auto

di Federica Orlandi

Si è sentito male nel bagno della sede della centrale operativa del 118 Emilia Est dell’ospedale Maggiore. Si è accasciato, in uno stato quasi comatoso, incapace di pronunciare parole di senso compiuto. Immediatamente i colleghi si sono precipitati in suo aiuto e l’hanno portato al piano terra, al pronto soccorso. Qui, è stato sottoposto a ogni tipo di indagine: un aneurisma? Un’emorragia interna? Gli è stata persino somministrata una delicata terapia che si effettua in caso di sospetto ictus. Ma niente, tutto negativo. Cosa sia capitato a quel sanitario del 118, uno di coloro che hanno riportato le conseguenze più gravi, i colleghi non l’hanno capito. Finora. Adesso sta bene, ma che spavento, come avrebbe raccontato una volta rimesso a chi gli era vicino.

È chiamata a fare luce anche su questo episodio la nuova inchiesta aperta contro ignoti dalla Procura. Su questo e su tutti i sette casi, concentrati in appena quattro mesi (l’ultimo domenica scorsa), di sanitari della medesima centrale operativa, tutti colleghi che lavorano a stretto contatto ogni giorno, che per motivi misteriosi si sono sentiti male uno dopo l’altro accusando gli stessi sintomi, per lo più neurologici. Ecco dunque sincopi, svenimenti e stati alterati di coscienza, difficoltà o incapacità ad articolare parole e frasi. Il tremendo sospetto, come anticipato ieri dal Carlino, è che dietro possa esserci la mano di qualcuno. Qualcuno che, in qualche modo, sia riuscito ad avvelenare i sette sanitari colpiti.

Un sospetto su cui ora si concentrano gli inquirenti, a seguito della denuncia sporta dall’Ausl nei giorni scorsi.

"L’Ausl ha preventivamente attivato il Dipartimento di Sanità Pubblica per verificare le condizioni ambientali di lavoro degli operatori. I risultati sono a disposizione della Procura", ha fatto sapere intanto l’azienda. A quanto si apprende però le verifiche sull’impianto dell’aria condizionata, sui distributori dell’acqua e sulle macchinette di snack e bibite hanno dato esito negativo. La macchinetta del caffè era stata già rimossa qualche settimana fa, perché si era temuto che la ’epidemia’ fosse causata da un detergente utilizzato per disinfettarla, dato che alcuni operatori dissero di avere percepito un sapore pungente nelle loro tazzine. Ma anche in quel caso, non risultò nulla di anomalo, né di tossico.

Gli inquirenti naturalmente non stanno tralasciando alcuna pista. E stanno vagliando l’eventuale coinvolgimento, nella causa dei misteriosi malori, di uno psicofarmaco a effetto sedativo, l’Entumin. Che potrebbe essere stato messo di nascosto nelle bevande degli operatori che si sono sentiti male. Tra chi ha accusato i sintomi più gravi c’è anche un elicotterista, poi finito al pronto soccorso: un rischio enorme, se avesse avuto un malore proprio durante un volo di soccorso.

C’è di più. Nei mesi scorsi, all’incirca in concomitanza con l’inizio dei malori sospetti, almeno tre dipendenti della centrale operativa si sono trovati con gli pneumatici delle automobili tranciate con un coltello. Un collegamento? Nulla è da escludersi, in questo momento. L’indagine sta muovendo i primissimi passi – la querela è stata depositata il 25 ottobre scorso, appena una settimana fa – e le bocche sono cucite.

Quello che emerge dai bene informati su quanto accade all’interno delle mura della centrale Emilia Est, però, è il quadro di un clima di tensione, con turni serrati e alcuni disaccordi interni. Anche se da qui ad arrivare a presumere un avvelenamento doloso il passo pare davvero lungo, fino a poco tempo fa inimmaginabile per chi quel reparto lo conosce, così come per chi vi lavora. Insomma, la partita è lungi dall’essere chiusa.