Avvelenamenti sospetti, una dozzina gli episodi contestati a Claudio Tacconi, ex coordinatore della centrale del 118, accusato di lesioni personali e stalking ai danni dei suoi ex colleghi.
La Procura di Bologna, con la pm Francesca Rago, dopo aver valutato delle nuove segnalazioni, ha chiuso l’indagine sul caso degli avvelenamenti sospetti agli operatori della centrale Emilia Est del 118, all’ospedale Maggiore. È stato emesso l’avviso di chiusura delle indagini. L’accusa contesterebbe ora a Tacconi, assistito dall’avvocato Gabriele Bordoni, una dozzina di episodi, mentre altri sono già prescritti: l’ex coordinatore avrebbe provocato malori ad altri operatori della centrale, facendogli assumere ansiolitici mescolati al caffè e ad altre bevande e alimenti.
Il numero degli episodi contestati quindi è stato ampliato: prima ne erano stati ipotizzati quasi una ventina, poi, all’esito delle perizie della tossicologa Elia Del Borrello, erano scesi a tre (era stata trovata una compatibilità con farmaci di cui però Tacconi non avrebbe avuto disponibilità). E ora sono saliti di nuovo.
Tacconi, 44 anni, era stato arrestato a maggio, con l’accusa di aver intossicato i suoi (ex) colleghi in un periodo compreso tra marzo 2020 e novembre 2023.
Intervistato dal Carlino tre mesi fa, Tacconi ha sostenuto: "Il risultato della perizia mi scagiona". Aveva spiegato infatti che "non solo non vi è presenza né di clotiapina né di benzodiazepine, sostanze che si vogliono riferibili a me, ma perché le sole due positività evidenziano la presenza di fenitoina, farmaco antiepilettico ad uso desueto e non a disposizione del servizio 118; inoltre, vengono riscontrate su due persone che non hanno mai indicato di aver assunto bevande o cibi offerti da me".
Lui ha sempre negato di aver commesso quei fatti e, nelle dichiarazioni rese al Carlino, anche affermato di non avere sospetti su altri colleghi. "E, se li avessi, li comunicherei alle autorità competenti parlando di fatti e non di fantasie – aveva detto Tacconi –. Certo, come ho già avuto modo di dire, il contesto in cui queste intossicazioni sono avvenute era caratterizzato da forti tensioni, il clima era pesante da anni, ancor prima del mio arrivo, come si evince dai verbali redatti dall’autorità giudiziaria". Un fatto, aveva dichiarato, che aveva distrutto la sua vita. Era stato sospeso dal lavoro e, dopo gli arresti domiciliari, era stato disposto l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza.
"La mia vita, quella della mia famiglia, sono state stravolte. Sono stato sempre una persona onesta, non c’entro niente con questa vicenda. E oggi (dopo la perizia, ndr) sono più sollevato, perché questi risultati dimostrano che ho sempre detto la verità".