CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Malori in serie al 118, chiuse le indagini: Tacconi accusato anche di simulazione di reato

Avvelenamenti, nuova contestazione che si aggiunge a stalking e lesioni. La Procura: “Ha attuato ripetute condotte di violenza ai danni dei colleghi”. Dieci gli episodi individuati: psicofarmaci in caffè, Coca-cola, tortelloni e noci

A sinistra, l’ex coordinatore della centrale del 118, Claudio Tacconi, accusato di aver avvelenato i colleghi con psicofarmaci nelle bevande e nei cibi

A sinistra, l’ex coordinatore della centrale del 118, Claudio Tacconi, accusato di aver avvelenato i colleghi con psicofarmaci nelle bevande e nei cibi

Bologna, 10 gennaio 2025 – Stalking, lesioni e la formalizzazione dell’accusa di simulazione di reato: con queste contestazioni si chiude l’inchiesta che coinvolge Claudio Tacconi, 44enne, ex coordinatore della centrale del 118 dell’Ausl di Bologna. Oggi, la chiusura delle indagini preliminari.

La Procura, con la pm Francesca Rago, ha notificato l’avviso di fine indagine: Tacconi, in qualità di coordinatore infermieristico, in circa tre anni e mezzo (nel periodo compreso tra il marzo del 2020 e il novembre del 2023), è accusato di aver avvelenato le persone che lavoravano con lui: avrebbe provocato malori a dieci colleghi, altri operatori della centrale, facendo assumere loro dei farmaci mescolati a bevande e alimenti. Agendo in questo modo, avrebbe creato un clima di sospetto, paura e diffidenza in un ambiente di lavoro delicato come lo è una centrale del 118, in particolare nel reparto degli operatori di elisoccorso. Nel corso dell’inchiesta, seguita dai carabinieri, Claudio Tacconi, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni, era finito ai domiciliari, mentre al momento non è sottoposto ad alcuna misura (fatta eccezione per il divieto di avvicinamento ai colleghi che, secondo l’accusa, ha intossicato) e non lavora più per l’Ausl.

La simulazione di reato, ’ufficializzata’ ora con questo atto di chiusura delle indagini, riguarda una querela che Tacconi presentò a fine 2023, sostenendo di essere stato a propria volta intossicato dopo aver bevuto un caffè e una tisana, oltre ad una rapina subita, denunciata un mese prima, in realtà – secondo l’accusa – mai avvenuta. Nello specifico, la Procura accusa Tacconi di aver attuato “ripetute condotte di violenza ai danni dei colleghi” tramite intossicazione da farmaci, e cioè con il farmaco antipsicotico con il principio attivo della clotiapina, “nonché mediante fenitoina, farmaco epilettico, e mediante benzodiazepine” generando così un “clima generalizzato di timore per l’incolumità personale nell’ambiente di lavoro” e, nelle vittime, “un perdurante stato di ansia e paura” tanto da portarle a cambiare le loro abitudini.

Non solo nel caffè: secondo l’accusa, Tacconi ha messo di nascosto psicofarmaci anche nella Coca-cola, nei tortelloni, nelle noci. I farmaci comportavano, a seconda della tipologia, uno stato di alterazione psicofisica, con difficoltà a parlare, a muoversi, sonnolenza, tachicardia, stanchezza e capogiro, solo per citare alcuni sintomi. Tacconi si è sempre dichiarato innocente.