Bologna, 30 agosto 2024 – I capelli o i peli di quasi tutti i dieci operatori sanitari della centrale operativa Emilia Est del 118 all’ospedale Maggiore, che accusarono malori sospetti tra il marzo 2020 e il novembre 2023, sono risultati positivi alle benzodiazepine.
In particolare, a benzodiazepine presenti in alcuni farmaci, diversi tra loro, ma tutti nella disponibilità degli infermieri che lavoravano in quella centrale. Nella maggior parte dei casi però si tratta di un farmaco specifico, cioè proprio quello prelevato durante le indagini a casa di Claudio Tacconi, 44 anni, l’ex coordinatore infermieristico della centrale che è accusato di essere l’autore di quegli avvelenamenti. Indagato per lesioni e atti persecutori nei dunque, è al momento destinatario della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel suo comune di residenza (Valsamoggia). Secondo la tesi della Procura, Tacconi avrebbe avvelenato le vittime ’correggendo’ con un antipsicotico o ansiolitico a base di benzodiazepine le loro bibite o il cibo che consumavano sul posto di lavoro.
L’indagine, inizialmente senza iscritti, si aprì a ottobre dell’anno scorso dopo un esposto presentato dall’Ausl. Le indagini sono state fin da subito serrate e ora, nei giorni scorsi, sono stati depositati i risultati dell’analisi tossicologica eseguita su disposizione della pm Francesca Rago dalla dottoressa Elia Del Borrello insieme con il Nas dei carabinieri. Destinatari delle analisi, in particolare, sono stati appunto i capelli o le formazioni pilifere delle vittime dei malori sospetti – anche se le benzodiazepine restano rilevabili solo fino a 8-9 mesi dal loro ingresso in circolo – e il campione di farmaco sequestrato al Tacconi, un potente ansiolitico.
E la maggior parte dei capelli analizzati è risultato positivo alle benzodiazepine, e di questi quasi tutti erano riconducibili al farmaco sequestrato, mentre un paio ad altri comunque presenti nella centrale operativa del 118. E, naturalmente, nessuno dei sanitari colpiti dai malori, che lamentarono tutti gli stessi sintomi (sonnolenza, stato confusionale, difficoltà a parlare) sul luogo di lavoro e alcuni erano persino elicotteristi pronti a prendere servizio in volo, assumeva questi farmaci.
Questo è il dato oggettivo che emerge dalle analisi scientifiche: ora, resta da stabilire con certezza chi e come abbia somministrato le benzodiazepine ai sanitari. Dal canto suo, Tacconi, difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Carla Garrasi, si continua a ribadire innocente. Lui stesso anzi sostiene di essere stato una delle vittime. Il suo movente resterebbe ignoto.
"Una delle vittime dei malori ha riferito di avere preso un caffè con Tacconi alle 10 del mattino e di essersi sentito male alle 13 – commenta l’avvocato difensore dell’indagato, Bordoni –. L’emivita delle benzodiazepine è però piuttosto breve ed entra in azione tra i 20 e i 40 minuti, non ci risulta tre ore. Dunque, non può essere stato quel caffè preso al mattino ad avvelenarlo. Non abbiamo ancora avuto modo di conoscere gli esiti della perizia tossicologica disposta dalla Procura, ma ci auguriamo che venga chiarito questo elemento per noi dirimente".
Tacconi lo scorso maggio era finito ai domiciliari, ma a luglio la misura era stata alleggerita dalla giudice Nadia Buttelli, che gli riconobbe il comportamento regolare tenuto nei due mesi precedenti.