Bologna, 28 settembre 2023 – "Marelli ha deciso di non ritirare la procedura e di andare avanti con la chiusura dello stabilimento di Crevalcore”, hanno detto i sindacati al termine dell'incontro in Regione Emilia-Romagna con i vertici dell'azienda e le istituzioni. I vertici di Marelli, lasciando la sede della Regione, non hanno rilasciato alcun commento.
Il primo round per salvare la Marelli era arrivato in Regione ma è naufragato.
Stamattina i dipendenti dell’azienda di Crevalcore si erano riuniti in presidio sotto l’assessorato del lavoro di Viale Aldo Moro tra bandiere e striscioni.
Ma i sindacati rispondono dichiarando un nuovo sciopero di otto ore in occasione dell'incontro al ministero delle Imprese il 3 ottobre. La mobilitazione riguarderà tutte le fabbriche del gruppo, mentre è previsto un presidio dei lavoratori sotto le finestre del ministero.
“L'azienda - ha spiegato Samuele Lodi, della segreteria nazionale della Fiom, al termine dell'incontro - ha riproposto la stessa narrazione che aveva presentato la scorsa settimana in Confindustria a Roma, fornendo ragioni molto deboli, anche per la Regione Emilia-Romagna, rispetto alla decisione presa di iniziare il percorso per la chiusura dello stabilimento di Crevalcore”.
“E' inaccettabile la scelta di Marelli di non aderire alle richieste del sindacato e delle istituzioni a ritirare la procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore. La decisione di cessare l'attività del sito emiliano è stata presa unilateralmente con un approccio che mette in discussione anche le normali relazioni industriali, fondamentali per gestire la complicata fase di transizione che il gruppo, e più in generale il settore, deve affrontare", spiegano Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR.
“La Marelli parte col piede sbagliato: è inaccettabile che l'azienda rifiuti di revocare la procedura di cessazione di attività – afferma il sindaco di Bologna, Matteo Lepore -. Così non si aiuta a costruire una discussione ordinata sulla reindustrializzazione del sito e sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori. Metto a disposizione il Comune di Bologna e la Città metropolitana per la mobilitazione che i lavoratori e la comunità di Crevalcore vorranno intraprendere. Bologna difenderà sempre il lavoro, mobilitiamoci”.
Dello stesso avviso il Governatore, Stefano Bonaccini: “Si azzeri la situazione e si riparta da un radicale cambio di paradigma della discussione accogliendo le richieste condivise. Solo così si aprirà una nuova e diversa discussione per il futuro della Marelli di Crevalcore”.
L’azienda, dunque, tira dritto: tra le ragioni sono state indicate la crisi dei motori endotermici, la cessazione da parte di Stellantis della produzione dei motori Gse, e dei generali livelli di investimenti del settore. Per Samuele Lodi la chiusura di “uno stabilimento Marelli non lo può decidere in questa maniera assolutamente vergognosa”.
Per battersi contro questa situazione, i sindacati propongono "un allargamento della mobilitazione, perché – ha concluso Lodi – è evidente che la questione dei lavoratori Marelli di Crevalcore riguarda tutti i lavoratori d'Italia”.
Il presidio davanti alla Regione
Circa 300-400 persone, tutte con un unico obiettivo: scongiurare il rischio di licenziamento di tutti i 230 dipendenti, dopo che la proprietà, il fondo americano Kkr, ha annunciato la chiusura dello stabilimento in provincia di Bologna.
Prima del confronto tra le parti, alla presenza delle istituzioni locali, dell’azienda e delle rappresentanze sindacali di Fiom, Fim e Uilm, hanno fatto un breve passaggio al presidio il presidente della Regione Stefano Bonaccini con l’assessore regionale al Lavoro e allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, e il capo di gabinetto con delega al Lavoro Sergio Lo Giudice.