CLAUDIO CUMANI
Cronaca

Loriano Macchiavelli: "Un romanzo è conoscenza"

Torna in libreria ’Funerale dopo Ustica’: "Mischio verità e fantasia, con capitoli nuovi"

Loriano Macchiavelli

Bologna, 5 giugno 2022 - Ma che vespaio ha sollevato affermando che il noir è morto? Loriano Macchiavelli sorride e risponde alle polemiche che hanno occupato buona parte delle pagine culturali dei giornali dell’ultimo mese: "Non ho mai fatto un’affermazione del genere. Ho detto soltanto che il noir adesso non dà più fastidio, è diventato accondiscendente e di sostegno alla società. Non è morto ma tutti dobbiamo lavorare per farlo tornare disturbante. Quel genere, certo, non può portare alla rivoluzione ma non deve nemmeno essere consolatorio".

Per il decano dei giallisti italiani (88 anni compiuti a marzo) il 2022 si sta rivelando, dibattiti a parte, magico: è appena uscita ‘La stagione del pipistrello’ incentrato sulla Bologna che sarà che già si annuncia dopo l’estate la ristampa di un’altra avventura di Sarti Antonio. E, aspettando per il prossimo anno un inconsueto romanzo sui fantasmi, arriva ora in libreria la nuova edizione di ‘Funerale dopo Ustica’ (Sem editore). "Mi sento fortunato. Scrivo dal ‘74 e continuo ad interessare i lettori", dice.

Il romanzo, che sarà presentato martedì 7 alle 18 alla libreria Feltrinelli di piazza Ravegnana, imbastisce una trama ricca di colpi di scena (costituita da terroristi rossi e neri, servizi segreti più o meno deviati e killer internazionali) che ha il suo epilogo con l’abbattimento del Dc9 nel cielo di Ustica la notte del 27 giugno 1980. Non a caso la copertina riproduce la coda dell’aereo Itavia.

Macchiavelli, perché nel 1989 pubblicò questo libro con lo pseudonimo di Jules Quicher?

"La scelta rispondeva a un preciso progetto editoriale della Rizzoli per denunciare il fatto che gli autori italiani allora faticavano a vendere. Mi fecero un contratto per scrivere, con un nome straniero, tre romanzi sui segreti italiani. Poi si doveva fare una conferenza stampa per svelare l’inghippo. Il secondo libro, ‘Strage’, venne però sequestrato e io dovetti uscire allo scoperto".

Come mai la vicenda che racconta mischia realtà e finzione?

"Si tratta di un romanzo storico che vuol essere un omaggio alle vittime di quelle stragi. Il mio protagonista, un agente ‘pulito’, si trova ad attraversare tutti gli eventi luttuosi di quel lontano periodo chiamato della ‘strategia della tensione’. E arriva alla tragedia di Ustica. Su questa materia credo che un saggio sia meno efficace che un romanzo: la letteratura è uno strumento di conoscenza. Mischiare storia e fantasia non è una novità visto che la gente vuole sapere. Non a caso il libro vendette a suo tempo 80mila copie".

Per questa ristampa ha aggiornato il testo?

"Sì, ho aggiunto tre capitoli finali perché dall’89 ad oggi sono state indicate nuove piste e sono emerse altre notizie. Mischiando verità e fantasia dico come, secondo me, è andata, sposando una delle tante ipotesi sul piatto. Il 1980 è un anno significativo: è uscito tutto il marcio di questo Paese e si è voluto distruggere l’immagine di Bologna città-modello".

In questo periodo sta lavorando con Francesco Guccini al nuovo libro. Come vanno le cose?

"E’ un romanzo complesso che richiede parecchie ricerche storiche. E’ la storia di una giornalista che sale in un paese di montagna per fare un articolo su un noto personaggio rimasto ucciso e che si trova invischiata in una serie di coincidenze. E’ ambientato nel ‘72 perché per noi quello è un altro anno importante. Si va dallo scandalo Lockheed alle dimissioni di un Presidente della Repubblica".