Bologna, 1 novembre 2024 – La notizia corre veloce anche a palazzo d’Accursio, dove c’è soddisfazione per l’annuncio del nuovo partner dei lavori rossoblù in chiave restyling Dall’Ara. La partnership con Webuild, in Comune, è considerata un passo importante per sbloccare l’operazione dell’impianto di via Andrea Costa. Certo, questo non porta direttamente gli investimenti mancanti, ma non è detto che la presenza di uno dei principali attori mondiali in chiave ristrutturazioni e costruzione stadi non possa aiutare. Una cosa è certa. Il comunicato ufficializza quanto siano lievitati i costi dell’operazione dopo il Covid: "Forte dell’expertise mondiale del Gruppo Webuild nel settore stadi, il progetto, che prevede un investimento complessivo stimato in euro 200 milioni, ha l’obiettivo di ristrutturare e valorizzare le aree dello stadio, inaugurato nel 1927, mantenendone la proprietà pubblica". Così recita la nota e, sebbene la cifra necessaria per l’investimento fosse già più volte filtrata, per la prima volta viene ufficializzata nero su bianco, altro passaggio che a palazzo d’Accursio e dintorni valutano in modo complessivamente positivo.
Il costo totale dell’operazione restyling Dall’Ara era stata inizialmente stimata attorno ai 70-80 milioni nel gennaio 2016, quando iniziò l’iter. È lievitata tra cambi di progetto e di programma: dalla cittadella dello sport ai Prati di Caprara alla ristrutturazione con partenariato pubblico, con il Comune pronto a investire 40 milioni. Saputo e il Bologna dai 40 inizialmente stanziati, sono via via saliti fino a 110, ma da qui non potranno muoversi e non si muoveranno. Per partire ne mancano comunque 50 all’appello, a prescindere dalla chiusura della conferenza dei servizi che oggi ruota attorno allo stadio temporaneo che dovrà essere allestito a Fico con costi attorno ai 20-25 milioni. Senza, l’operazione è destinata a naufragare. Ma l’accordo tra Webuild e il Bologna scadrà nel 2027: ci sono tre anni di lavoro davanti per reperire investitori.
L’ad rossoblù Claudio Fenucci si è messo avanti con i lavori proponendo a governo e commissioni parlamentari di allestire fondi governativi di investimento, dato che gli stadi sono un problema comune del calcio italiano: impianti vecchi, scoperti, inadeguati per ospitare gli Europei del 2032. Bologna sarà città candidata a ospitarli e allora è dai fondi di investimento che ad oggi il Bologna punta a reperire i 50 milioni mancanti da cui dipende l’operazione tutta. Se Webuild saprà offrire contatti e nuove opportunità è da vedere.
Di certo c’è che il gruppo era stato coinvolto da Milan e Inter anche per l’eventuale nuovo restyling di San Siro, una volta che l’ipotesi che ciascuno dei due club potesse costruire un proprio stadio aveva iniziato a rallentare decisamente, e per l’occasione Webuild aveva anche realizzato uno studio riguardo la possibilità di ristrutturare a pezzi per mantenere aperto lo storico Meazza. È quindi un partner che potrebbe anche offrire la possibilità di vagliare in futuro l’ipotesi di ristrutturare a settori il Dall’Ara, risparmiando sull’allestimento del temporaneo, qualora non si reperissero tutti i 50 milioni mancanti. Ma l’obiettivo per ora resta quello di portare in porto il progetto principale, giunto ai dettagli della Conferenza dei servizi per quello che riguarda il temporaneo: perché l’iter del Dall’Ara è già completato.