ALESSANDRO GALLO
Cronaca

Ma non c’è soltanto lo sport d’élite

Alessandro

Gallo

Ma lo sport, quello che muove il mondo e le famiglie, non è solo quello d’élite. Quello degli atleti e delle società di interesse nazionale riconosciuti dal Coni e dal Cip, il comitato paralimpico.

Intendiamoci, riaprire le palestre, soprattutto quelle scolastiche, è un punto di partenza. Ma ancora non basta. Perché lo sport è vita. Ma è vita anche se non si gioca per lo scudetto, ma semplicemente per tenersi in forma, per avere un momento di confronto con il prossimo. Per crescere.

Abbiamo riaperto alla pallacanestro e alla pallavolo e a migliaia di ragazzi? Benissimo. Ma non dimentichiamo chi, pur non perseguendo obiettivi (agonistici) elevati, considera lo sport uno stile di vita.

Quelli che praticano sport a livello amatoriale, che siano giovanissimi o che facciano parte della terza età.

Non dimentichiamoci di loro. E che la riapertura della palestre scolastiche sia solo un primo passo per consentire a tutti quelli che intendono fare sport – seguendo rispettosamente i protocolli sanitari, in assoluta sicurezza – di non rinunciare, mai, ai propri valori, alle proprie idee.

Lo sport è maestro di vita. Di più: lo sport ha ricadute pesanti a livello economico, sociale, sanitario. Continuare a fare sport, è dimostrato, è la medicina più efficace per affrontare e superare determinate patologie, come ricordano nelle loro campagne gli enti di promozione.

Lo sport non è la panacea di tutti i mali. Ma lo sport, la sua pratica e i suoi valori, aiutano gli uomini ad affrontare con maggiore entusiasmo la quotidianità.

Ben venga, ripetiamo, la riapertura della palestre per quei ragazzi che, dal marzo scorso, appaiono smarriti. Ma chi fa pratica a livello nazionale è solo la punta dell’iceberg.

E non dimentichiamoci della base. Perché diversamente i costi economici, sociali e sanitari saranno sempre più elevati. E finiranno per incidere, negativamente, sui bilanci delle famiglie. E del nostro paese.