MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Lutto nell’architettura. Muore Antonio Iascone. Il ricordo di Cucinella: "Talento poliedrico"

Si è spento l’ingegnere di Casa Virtus e del residenziale contemporaneo. Il designer: "Un professionista audace senza paura di esplorare. nuovi linguaggi. Aveva la capacità di non prendersi troppo sul serio". .

Lutto nell’architettura. Muore Antonio Iascone. Il ricordo di Cucinella: "Talento poliedrico"

Lutto nell’architettura. Muore Antonio Iascone. Il ricordo di Cucinella: "Talento poliedrico"

Poliedrico, geniale e astuto. Ma soprattutto di animo buono e di grande modestia, nonostante i suoi progetti lo collochino tra i migliori ingegneri architetti del contesto bolognese. Le Due Torri perdono Antonio Iascone, scomparso dopo una lunga malattia. Ad annunciarlo sono i figli Nicola ed Emma, con tutta la famiglia. Bologna si stringe in un abbraccio collettivo, che coinvolge anche amici e colleghi, tra cui Anna e Gianni Morandi. Nel cordoglio, anche l’architetto e designer Mario Cucinella, amico e collega di Iascone.

Cucinella, che persona era Iascone?

"Aveva una capacità rara, come gli uomini di una volta".

Cioè?

"Riusciva a non prendersi troppo sul serio: era sempre pronto alla battuta, ma molto serio nel suo lavoro".

Del quale era innamorato.

"Era immerso nel suo ruolo di ingegnere architetto, di progettista. Aveva grande talento, ma soprattutto la modestia. Un’attitudine non da tutti".

Quali erano le sue caratteristiche?

"Ho il ricordo di una persona sempre solare, allegra e piacevole. Provo molta stima per Antonio e anche un forte moto d’affetto".

Una perdita importante.

"La notizia mi ha sconvolto, sono ancora provato dall’accaduto. Sicuramente parteciperò alle esequie".

Avete mai lavorato insieme?

"No, ma tra di noi c’era uno scambio e un confronto proficuo di idee. Era un professionista curioso, e a vicenda ci raccontavamo i nostri percorsi, scambiandoci opinioni e punti di vista sui nostri progetti. Mostrava sempre grande disponibilità. Un uomo e un professionista dalla mentalità molto aperta".

Tra i tanti progetti ideati e curati da Iascone c’è Casa Virtus invia dell’Arcoveggio. Qual è il suo preferito?

"Sono tutti bellissimi. Ma da poco si era concentrato, con il suo team, in Bolognina".

Dove, precisamente?

"Ha creato un capolavoro su una palazzina in via del Battiferro. Lì ha creato un progetto misurato sulla residenza: l’edificio è stato demolito e poi ricostruito. Iascone ha fatto un grande lavoro in questo specifico campo, in particolare sulle ville".

In che senso?

"In via del Battiferro ha dato vita a un lavoro mirato sul residenziale contemporaneo. Un progetto maturo che pone molta attenzione sul verde, gli spazi esterni come i balconi e sulla luce".

Come definirebbe la sua arte?

"Iascone era audace. Spesso lo prendevo in giro, dicendogli che il suo ruolo era a metà: un ingegnere mancato e un architetto mancato, perché aveva amalgamato le due figure. Aveva un grande spirito di esplorazione, si cimentava in nuovi linguaggi e non aveva timore di affrontare nuovi progetti. Un profilo raro nel contesto bolognese".

Qual è il primo ricordo che le viene in mente se pensa all’ingegnere?

"Il suo tono era allegro, anche di fronte a tanti problemi e alla sua malattia. Il suo aspetto gioviale, con costanza, dimostra proprio l’amore che provava Antonio per la vita".

L’ultimo saluto all’ingegnere, che capitanava il team ’Antonio Iascone and Partners’, è in programma stamattina alle 11 nella chiesa della Santissima Annunziata a Porta Procula, in via San Mamolo 2.