REDAZIONE BOLOGNA

"L’uscita dall’Unione è un salto nel buio"

Terre d’Acqua, i sindacati confederali dopo l’incontro con il sindaco Vicinelli: "Decisione scellerata, speriamo in un ripensamento"

Un presidio dei sindacati in difesa dell’Unione Terre d’Acqua

Un presidio dei sindacati in difesa dell’Unione Terre d’Acqua

I sindacati bocciano la decisione di Sant’Agata di lasciare l’Unione Terre d’Acqua, seguendo l’esempio di Persiceto. Un addio che sarà formalizzato la prossima settimana e che è stato già comunicato ai rappresentanti dei lavoratori. "Il 24 aprile siamo stati convocati come Cgil, Cisl e Uil dal sindaco di Sant’Agata Bolognese sia per un’illustrazione del Bilancio Consuntivo sia per la comunicazione della decisione di uscire unilateralmente dall’Unione di Terre d’Acqua – scrivono i confederali in una nota –. Sant’Agata sceglie di seguire le orme di Persiceto e di recedere dai servizi che ancora oggi sono in Unione (Personale, Cuc, Siat, Ufficio di Piano). Le motivazioni illustrateci sono abbastanza simili, ovvero ’stanchezza politica, litigiosità, impossibilità ad andare avanti in una situazione di cause aperte e veti incrociati sulle votazioni dei bilanci’. Niente di nuovo quindi rispetto a quanto sta già accadendo ormai da anni e che, nonostante tutto, non ha mai interrotto le attività dell’Unione con servizi che hanno continuato a lavorare normalmente e raggiunto addirittura elevati livelli di efficienza e qualità. È quindi questo a sorprenderci. Anche Sant’Agata sceglie di perseguire il dilettevole piuttosto che l’utile".

"Il sindaco – proseguono i sindacati – ammette che i servizi sono di assoluta qualità e, paradossalmente, asserisce che nonostante l’uscita dall’Unione ci sarebbe la volontà di convenzionarsi con essa per continuare a fruirne. Tanto più paradossale perché, non è un mistero per nessuno, Sant’Agata non è Persiceto, sia per numero di dipendenti che per bilancio e capacità di spesa. I dipendenti sono pochissimi, solo due vigili, ufficio tecnico all’osso, turnover di chi arriva e scappa via elevatissimo. In queste condizioni il Comune da solo non va da nessuna parte, avrebbe quindi disperatamente bisogno di essere come minimo in Unione, se non addirittura fondersi con un altro Comune. Se oggi il Sindaco ci avesse annunciato la volontà di fondersi con Persiceto, ecco, questa sì che è una scelta che avremmo capito. Invece se ne seguono le orme senza averne i numeri".

"Se quindi il giudizio sull’uscita di Persiceto era già negativa – concludono i sindacati –, questa di Sant’Agata è scellerata, un convinto salto nel buio. Il 28 ci sarà il primo dei Consigli Comunali previsti per formalizzare l’Uscita: non possiamo che augurarci fino all’ultimo che ci sia un ripensamento e si receda da una decisione apparentemente irremovibile".