di Mattia Grandi
Lupi sotto la lente d’ingrandimento nella vallata del Santerno. E non solo. La richiesta è partita dal consiglio comunale di Castel del Rio che, durante l’ultima seduta di novembre, ha votato all’unanimità uno specifico punto all’ordine del giorno. Un quadro ormai inevitabile alla luce dei crescenti avvistamenti di lupi nella zona.
E’ ancora fresca nella memoria degli alidosiani il tragico epilogo di una battuta di caccia non troppo lontano dall’abitato. A farne le spese un cane di 5 anni sbranato dalla bestia selvatica. Da qui la sensazione, ma si potrebbe parlare anche di qualcosa in più, del reale aumento degli esemplari in circolazione. La razza, lo ricordiamo, è protetta dallo Stato con norme severissime che prevedono anche la reclusione in caso di uccisione di un lupo. Ma le loro incursioni a ridosso dei centri abitati, o vicino ad alcune abitazioni isolate della zona, vanno di pari passo con i danni agli allevamenti e gli attacchi agli animali da cortile e di compagnia. Parola d’ordine, prudenza.
"Chiediamo alla Città Metropolitana di Bologna una ricognizione o l’approvazione di un sistema di osservazione per censire tale specie – spiega il sindaco alidosiano Alberto Baldazzi –. Crescono le segnalazioni nella vallata ma anche nella bassa. Nessuna fobia o facile allarmismo, è doveroso però fare la conta".
Con un’idea. "Si potrebbe istituire, massimo entro un anno, uno specifico piano di controllo a livello provinciale – ragiona l’amministratore –. Progetti simili sono già stati elaborati anche in Francia".
Intanto l’asticella dell’attenzione resta alta. "Il rilevamento di escrementi contenenti pelo ai margini di quei sentieri praticati anche dalle famiglie durante le escursioni domenicali rimanda alla necessità di analizzare il problema – continua il primo cittadino di Castel del Rio –. Le stesse tracce sono state rinvenute vicino ad abitazioni sparse al confine con il bosco". L’obiettivo è quello di evitare guai peggiori. "Con il drastico calo del numero di ungulati, il lupo sposta le sue mire verso gli animali da reddito e compagnia – sottolinea Baldazzi –. Non possiamo escludere, in via residuale, che tale interesse si indirizzi in futuro anche sull’uomo. Vorremmo scongiurare, in assenza di interventi gestionali da parte delle istituzioni, l’assunzione di comportamenti di autotutela vietati dalla legge".