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Bologna, ira dei vescovi sulle luminarie di Lennon: "Antireligiose"

Stroncatura di ‘Avvenire’ per l’installazione di quest’anno in via D’Azeglio. La frase ’senza Paradiso’: "Fuori contesto, è una provocazione anticlericale"

Le luminarie di Natale in via D'Azeglio a Bologna

Le luminarie di Natale in via D'Azeglio a Bologna

Bologna, 23 dicembre 2022 – “Imagine there’s no Heaven ". "And no religion, too ". Le parole di Imagine, celeberrima canzone di John Lennon – che nel 1971 immaginava un mondo senza Paradiso né religioni – compongono le luminarie di Natale in via D’Azeglio pedonale (foto). Scelta cui l’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, dedica una pesante stroncatura. "C’eravamo abituati da tempo a vedere il Natale spogliato delle sue origini religiose – si legge –. Ma un Natale antireligioso ancora mancava".

L’articolo è accompagnato da un commento del vescovo Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia. Che parla di "tradimento plateale del messaggio" della canzone, "come avviene con quelle due frasi in inglese trasformate in luminarie, installate a pochi metri" da San Petronio. Utilizzate "fuori contesto, nei pressi della basilica cattolica – scrive Staglianò – non hanno alcun senso. Sono una ‘insulsa provocazione anticlericale’".

Nell’articolo, Avvenire chiama in causa il sindaco Matteo Lepore, che all’inaugurazione delle luminarie aveva parlato di "inno alla pace". Ma al primo cittadino, si legge sul quotidiano, "evidentemente non appare una stonatura la scelta di quelle parole, al punto che il Comune figura come di consueto tra i sostenitori dell’iniziativa promossa dal consorzio di commercianti della via".

Per gli organizzatori, si legge, Imagine è solo un "messaggio di solidarietà tra i popoli", come annunciato dal Comune nelle sue pagine social; stesso discorso per il Consorzio di via D’Azeglio, per il quale l’installazione vuole spronare "riflessioni che non riguardino solo il conflitto tra Ucraina e Russia, ma con l’attenzione rivolta a tutte le guerre e a temi sociali che ‘calpestiamo’ con la totale indifferenza".

Ma "a essere colpiti dall’indifferenza, senza cattiveria ma con un pizzico di superficialità, sono quei bolognesi" che hanno perso da poco qualche caro, "e pregano sperando di incontrarlo un giorno in quel Paradiso del quale la canzone – e la scritta voluta dai commercianti – auspica l’inesistenza". Alla fine, Avvenire sembra però assolvere i negozianti: "Per il 2023 l’attesa sarà di avere luminarie che sappiano davvero illuminare il Natale. Il consorzio lo fa già, a modo suo, mettendo all’asta le luci a favore di percorsi di cura di malati oncologici. Questa sì che è una luce che brilla nel cielo di Bologna".