GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

L’ultimo saluto a Cesare Ragazzi: "Ha affrontato le sfide della vita"

Chiesa gremita per i funerali dell’imprenditore. Il parroco don Tommaso: "Da lui una lezione d’amore"

Chiesa gremita per i funerali dell’imprenditore. Il parroco don Tommaso: "Da lui una lezione d’amore"

Chiesa gremita per i funerali dell’imprenditore. Il parroco don Tommaso: "Da lui una lezione d’amore"

"Salve! Sono Cesare Ragazzi". Il sorriso un po’ guascone e il saluto che è stato un po’ il suo marchio di fabbrica per tutta la vita, erano stampati nel ricordo del funerale che è stato distribuito ieri mattina ai tanti partecipanti al rito funebre dell’imprenditore originario di Bazzano morto venerdì scorso, al termine di una breve malattia, a casa, circondato dall’affetto dei suoi famigliari. Aveva 83 anni.

Negli anni Settanta del secolo scorso, inventò quell’"idea meravigliosa", un "parrucchino di capelli naturali" come lui stesso lo definì, che, con una intensa campagna pubblicitaria, lo ha fatto entrare nella storia del costume nazionale. Un’impresa finita male ma rimasta impressa nella memoria collettiva insieme all’immagine del suo protagonista, nato a Bazzano e a Bazzano tornato per restarci per sempre, da ieri a fianco dei suoi genitori nel cimitero comunale del paesone dov’era nato e che lo ha accompagnato nella buona e nella cattiva sorte. Così, ieri mattina la chiesa di Santo Stefano non ha visto tanti ‘vip’. Quelli che comunque lo hanno ricordato e frequentato in vita.

La parrocchiale era stracolma, invece, di tante persone comuni, a partire dai famigliari: la moglie Marta, i figli Alessia, Simona e Nicola, i fratelli Fausta, Giovanna ed Enrico, generi, cognati e nipoti. E poi i collaboratori, gli ex dipendenti e quelli transitati alla società che ancora oggi porta il suo nome. A testimoniare un’amicizia di vecchia data ed una passione per la musica coltivata fin da ragazzo, c’era il maestro Fio Zanotti: "Ci siamo conosciuti negli anni Novanta. Venne in studio di registrazione con Gianni Togni. Era una persona autentica e rassicurante, con il senso dell’amicizia e una notevole competenza musicale".

Il parroco don Tommaso Rausa nella sua omelia ha sottolineato la dimensione pubblica della sua esistenza visibile: quella che nel tempo si dimostra effimera e fragile. Ma ha rimarcato anche la dimensione invisibile "dell’amore dato e di quello ricevuto. Quello che resta oltre la vita". Una lezione che, a sentire gli amici di sempre, Cesare Ragazzi aveva comunque già in parte appreso, pur restando fedele alla sua natura di creativo, inventore, genio commerciale, capace di inventare e brevettare fino all’ultimo anche nuovi prodotti pensati per dare bellezza, ma anche felicità.

"Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Se a distanza di 50 anni il mio nome viene pronunciato ancora nel mondo vuol dire che ho fatto qualcosa di buono. E ancora adesso, in giro per l’Italia, trovo sempre qualcuno che mi ringrazia per quello che ho fatto per lui", aveva detto in una intervista pochi mesi fa nel corso della quale aveva sostenuto che "chi ha un problema estetico perde la gioia di vivere, in particolare una donna, una ragazza, o un ventenne, se ha un difetto estetico lo sa lui cosa vuol dire, il nostro lavoro è stato anche un servizio sociale, anche oggi si vede il tema dei trapianti e della chirurgia estetica, o le persone malate di tumore che per effetto della chemio perdono i capelli".

Un chiodo fisso per lui, che non ha mai smesso di lavorare sullo stesso tema, tanto che un anno fa dichiarò di avere depositato un nuovo brevetto relativo ad una nuova modernissima tecnica per la cura che Ragazzi, autonominatosi ‘imperatore del pelo della cabeza’ aveva studiato e progettato ‘dalla a alla z’.