MATTEO ALVISI
Cronaca

L’ultimo saluto a ‘Carletto’ Mazzone, l’abbraccio di Nervo: "Esempio di lealtà e sincerità"

L’ex centrocampista rossoblù ha condiviso con il mister anche l’ascesa in Coppa Uefa: "Avevamo vinto l’Intertoto, peccato poi per la semifinale con il Marsiglia. Quanti ricordi"

Carlo Mazzone nella semifinale persa contro il Marsiglia

Carlo Mazzone nella semifinale persa contro il Marsiglia

Bologna, 21 agosto 2023 – La morte di Carlo Mazzone ha scosso il cuore di moltissimi, appassionati di calcio e non solo. D’altronde la sua data di nascita, il 19 marzo, era già un segno del destino. Perché da tanti era considerato oltre a un mister, pure un padre.

Oggi sarà celebrato il suo funerale ad Ascoli Piceno, sua città di nascita, alle 16,30, nella chiesa di San Francesco.

A ricordalo Carlo Nervo, giocatore di punta negli anni d’oro di Mazzone al Bologna, e terzo per presenze in rossoblù dopo un certo Giacomo Bulgarelli e Tazio Roversi.

Quanti anni avete vissuto insieme nel Bologna e qual è stato il ricordo più bello condiviso con lui?

"Io e Mazzone siamo stati tre anni assieme nel Bologna: il ricordo più bello che custodisco è sicuramente quello di avere vinto la Coppa di Intertoto nel 1998 ed essere approdato poi in Coppa Uefa fino ad arrivare alla semifinale (persa con il Marsiglia)".

Signori, Totti e anche Guardiola (considerato da molti il migliore allenatore al mondo) l’hanno definito come un padre, per lei cosa è stato?

"Condivido il pensiero di questi tre grandi campioni: Mazzone era una persona di un’umanità esemplare, capace di fare sentire importanti tutti nell’entourage".

Secondo lei ’Carletto’ cosa darebbe al calcio di oggi?

"Darebbe sicuramente quella genuinità che nel calcio odierno purtroppo manca".

Vi eravate sentiti nell’ultimo periodo?

"No, era da qualche anno che non ci sentivamo e mi rammarico di questo".

Il suo migliore pregio come mister e anche come uomo, secondo lei?

"Come allenatore era in grado di evidenziare le potenzialità degli atleti che allenava e, come uomo, era davvero un esempio di lealtà e sincerità".

Vuole aggiungere qualcosa?

"Sì, mi ritengo fortunato ad avere condiviso un percorso con una persona unica come lui. Mazzone rimarrà per sempre nel mio cuore e anche nel cuore di tutti gli appassionati di calcio".

L’ultima domanda: lei è rimasto legato ai colori rossoblù? Come vede per ora il Bologna, quest’anno?

"Sono sempre molto legato al Bologna, perché mi ha dato molto nella mia carriera. Per quanto concerne il momento attuale, penso sia ancora un cantiere aperto, ma le capacità dell’allenatore Thiago Motta, coadiuvate dal management di Sartori e Di Vaio, ci faranno divertire anche quest’anno, ne sono convinto".

Oggi, di sicuro, Bologna sarà più triste nel giorno dell’ultimo addio a Mazzone, morto all’età di 86 anni. Un uomo dal cuore antico quanto sincero e romantico, ma che sapeva guardare avanti con cognizione e lungimiranza.

Tanta da ‘sponsorizzare’, quando era sulla panchina della Roma, un giovanotto che rispondeva al nome di Francesco Totti.