Bologna, 22 giugno 2019 - Sulla serata di Lucio Dalla c’è anche la benedizione di Ron. E non è escluso che la sera del 2 luglio, a Palazzo Re Enzo, ci sia anche lui a omaggiare l’uomo e l’artista a cui è legata in maniera indissolubile una parte fondamentale della sua carriera. «È stato molto felice di questa iniziativa – racconta Andrea Faccani, presidente della Fondazione Lucio Dalla –. Ha molti impegni per il tour dedicato proprio a Lucio. Ma ha detto che se si libera verrà sicuramente, perché ci tiene molto. Ed è contento, per la beneficenza e per il ricordo di un testo di Lucio». Il testo, chiaramente, è L’anno che verrà, i cui versi hanno illuminato le notti di via D’Azeglio fino a poche settimane fa.
Oggi le luminarie sono staccate e saranno battute all’asta, in 35 lotti, la notte del 2 luglio, da Sotheby’s, a Palazzo Re Enzo, per scelta del Consorzio dei commercianti di via D’Azeglio. Intorno, una cornice che cerca di richiamare tante sfaccettature di uno degli artisti bolognesi più amati di sempre. A partire dalla cena (da 350 posti, prezzo 100 euro) organizzata da chef e ristoratori dell’associazione Tour-tlen, il cui ricavato – come per l’asta – andrà per intero alla Fondazione Sant’Orsola. Ogni portata del menu porta il titolo di una canzone di Dalla. Ma non solo così gli chef vogliono ricordare la sua personalità: «Lucio era nel tessuto sociale della città, ovunque, facilmente avvicinabile – ricorda il presidente dell’associazione Carlo Alberto Borsarini – ed è così che vogliamo essere noi, è questo che ci accomuna a lui».
Le stesse luci raccontano di un’altra passione dell’artista: «Era un patito di luminarie – racconta Faccani –. Oggi le sue luci si sono trasformate in vere e proprie opere: i tantissimi visitatori, le foto che si sono scattati, hanno fatto fare alle luminarie, a Lucio e a Bologna il giro del mondo». Rendendo, se possibile, ancor più presente la sua figura in città, nonostante i sette anni dalla scomparsa: «Che ci sia ancora un ricordo così profondo di lui mi ha spiazzato – ammette Umberto ‘Tobia’ Righi, presidente onorario della Fondazione Lucio Dalla in virtù dei 46 anni di collaborazione con l’artista – ma lui è stato una persona sana, onesta in quello che diceva».