Bologna, 23 gennaio 2021 - Non parliamo di ritorno dei cervelli, ma piuttosto di attrazione dei cervelli. Il ministro dell’università e della ricerca Gaetano Manfredi va giustamente fiero della migliaia di ricercatori rientrati nel nostro Paese negli ultimi anni (un centinaio all’Alma Mater di Bologna) con la procedura di chiamata diretta, anche grazie al supporto finanziario e tecnico amministrativo del governo. E quella di ieri, a suo avviso, è stata una giornata simbolica di questo processo. E’ stata la giornata in cui l’ateneo bolognese ha annunciato ufficialmente l’arrivo da Oxford ("la figlia maggiore della nostra università", scherza il rettore Francesco Ubertini) di un docente di fama mondiale come Luciano Floridi, esperto di filosofia ed etica dell’informazione.
Uno studioso e divulgatore capace di fornire un rilevante contributo allo sviluppo delle ricerche innovative, alle collaborazioni internazionali e alle iniziative strategiche sull’intelligenza artificiale. Il ‘nuovo’ professore bolognese – spiega il rettore – sarà accolto dal dipartimento di Scienze Giuridiche ma lavorerà ‘in ponte’ con l’istituto di ricerca sull’intelligenza artificiale. Si occuperà insomma, in chiave interdisciplinare, del rapporto fra etica, diritto, big data e social media. E proprio sulla necessità di questo scambio di saperi si è soffermato lui, Floridi, sottolineando tra l’altro l’esigenza di unire la vocazione digitale alla sostenibilità ambientale.
"Per me – ha detto – giocare nel team Italia è molto importante. Il nostro Paese, considerato fanalino di coda nel campo digitale, ha in realtà grandi opportunità. L’Italia è uno straordinario laboratorio che ha anticipato i tempi in molti campi. La sfida è quella di elaborare progetti per diventare i primi in Europa". Un tema toccato in precedenza anche dal ministro, secondo il quale "l’Italia deve essere protagonista di un nuovo umanesimo digitale, superando individualismi e creando una programmazione qualificata".
Ma attenzione, mette in guardia Manfredi, "non si fa ricerca senza considerare l’impatto sociale". Di certo Luciano Floridi (che manterrà comunque stretti rapporti con Oxford) rappresenterà un catalizzatore per le nuove leve di ricercatori ("la didattica di oggi è la ricerca di domani", spiega lui). E il rettore bolognese sottolinea non a caso che le sue idee e la sua leadership saranno un valore per l’ateneo e per la città, alla luce dei grandi investimenti sul Tecnopolo del capoluogo emiliano-romagnolo. Il professor Floridi, romano, classe 1964, docente di filosofia ed etica dell’informazione all’università di Oxford, è anche un seguitissimo divulgatore e inventore di espressioni che qualcuno definisce iconiche quali ‘infosfera’, ‘quarta rivoluzione’, ‘iperstoria’ e ‘onlife’, neologismo quest’ultimo per intendere una nuova esistenza nella quale la barriera fra reale e virtuale è caduta e non c’è più differenza fra ‘on line’ e ‘offline’. "A Bologna - ha ripetuto ieri – c’è un progetto, una visione e voglia di eccellere. Ma quello su cui dobbiamo puntare è il sistema Europa. Bisogna tenere insieme tutti i pezzi e fare rete fra le università perché le nostre ricerche abbiamo un impatto forte traducibile in policy".