Bologna, 22 settembre 2024 – Il giorno dopo il blitz vandalico a Palazzo Fava restano i frantumi e la tanta amarezza. I frantumi sono quelli di ‘Porcelain cube’, l’opera del 2009 di Ai Weiwei dal valore di 280mila euro, distrutta da Vaclav Pisvejc. Un gesto che è costato l’arresto all’uomo di 57 anni originario della Repubblica Ceca, convalidato durante la direttissima di ieri: per lui sono stati disposti l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora in un Comune fuori dal bolognese, oltre che un foglio di via obbligatorio emesso dalla questura.
L’amarezza, invece, è quella di Arturo Galansino, storico e critico d’arte e curatore della mostra ‘Who am i?’, la prima personale di Weiwei inaugurata ieri in via Manzoni (400 visitatori solo il primo giorno). "Quello che posso dire è che provo disappunto e tristezza", sintetizza Galansino, che ci tiene anche a riportare la reazione di Weiwei stesso, che ieri mattina presto ha preso un volo e ha salutato Bologna: "Anche lui, è molto dispiaciuto".
"Questo è un atto vandalico che nulla a che vedere con l’arte e la cultura – incalza ancora Galansino –. Parliamo di un soggetto, il vandalo, che ha cercato di rovinare un momento molto importante per la città e per l’arte contemporanea. Un momento davvero molto bello: prima dell’anteprima della mostra eravamo stati all’università, a parlare con gli studenti. Tanti ragazzi, anche per strada, hanno fermato Weiwei per chiedere una foto o un momento assieme. E lui si è prestato con gioia e con il sorriso. Quello che è successo dopo è un episodio molto triste, che nulla ha a che fare con la cultura. La mostra poi è molto bella. Speriamo che queste scene non accadano più".
Non è la prima volta che Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, si trova suo malgrado ad aver a che fare con Pisvejc. L’uomo, che in passato ha ricevuto un ‘Daspo urbano’ dal capoluogo toscano proprio per i suoi atti vandalici, si era reso protagonista nel 2018 anche di un’aggressione a Marina Abramović, finendo per rompere un quadro in testa all’artista.
"Sono atteggiamenti che questa persona, in cerca di visibilità, continua ad avere – prosegue ancora Galansino –. A Firenze ne ha combinate di cotte e di crude, ha rischiato di far molto male a Marina, ha imbrattato mostre e monumenti: ha fatto veramente la qualunque".
L’altro giorno, a Palazzo Fava, è entrato da un ingresso secondario, si è diretto nella sala d’ingresso del primo piano e ha scaraventato a terra l’opera mandandola in mille pezzi, tra lo stupore dei giornalisti e dei vip presenti all’anteprima. A denunciarlo per distruzione di un bene culturale sono stati gli stessi responsabili della mostra, ma non – per il momento – l’artista Weiwei. L’opera, ora, verrà rimpiazzata con una stampa a grandezza naturale.