REDAZIONE BOLOGNA

Lo Scatolificio Porrettana festeggia i primi 60 anni

Sergio Bellucci, 83 anni, è alla guida dell’azienda affiancato dai figli e dal nipote . Nella lunga lista dei clienti decisivo fu Gazzoni Frascara con le sue Dietorelle.

La famiglia Bellucci con il sindaco Parmeggiani e l’assessora Martini

La famiglia Bellucci con il sindaco Parmeggiani e l’assessora Martini

Una vita passata a fare scatole, ma senza mai annoiarsi. Compie sessant’anni lo Scatolificio Porrettana fondato alla fine del 1964 da Sergio Rocca, invalido di guerra, cieco e senza un braccio, che pur senza vederle fu un grande innovatore nelle scatole di cartone. Al suo fianco Franco Bellucci, oggi 83enne, affiancato in azienda dai figli Giorgio, Marco ed Andrea, e dal nipote Simone, terza generazione di una famiglia capace di innovare continuamente un prodotto, la scatola da imballaggio in cartone, semplice solo nelle apparenze. Dalla finestra del primo piano dello stabilimento di via Cà de Testi svetta il campanile di San Lorenzo. Sullo sfondo il profilo del Contrafforte, ma dall’altra parte della strada un nuovo lotto di terreno è pronto a fare spazio all’ennesimo ampliamento di un’azienda cresciuta lentamente ma inesorabilmente "Senza fare mai il passo più lungo della gamba" dice Franco attingendo alla saggezza contadina delle sue origini. Lui che a 17 anni aveva lasciato i campi per andare a lavorare in fabbrica: "Ho iniziato con questa macchina fustellatrice: con sei pedate si facevano le sei fenditure con le quali si fa una scatola" dice prima di inanellare un lungo elenco di innovazioni che lo ha visto prima capofabbrica alla Unipack di Crespellano e poi affiancare Rocca in un piccolo fabbricato in via Porrettana, proprio all’ingresso di Sasso e quindi entrare in società.

"La lavorazione manuale riguardava divisori e piccole scatole in ondulato per gli artigiani del territorio. Qualche anno dopo si rendeva necessaria la costruzione di un proprio capannone di 300 metri quadrati che verrà poi in seguito ampliato con l’abitazione -raccontano i tre figli, oggi alla guida dell’azienda- La svolta nel 1978 con l’inaugurazione della sede attuale nella zona artigianale di via Cà de Testi, dove gli spazi di produzione vengono raddoppiati".

Nella lunga lista di clienti il fior fiore dell’imprenditoria bolognese: dalla D&C di Luigi Deserti all’Arcotronics, dal settore alimentare alla meccanica, fino al ruolo decisivo di Gazzoni Frascara e le sue Dietorelle: "Ad un certo punto per Gazzoni avevamo una intera linea di produzione. Anni entusiasmanti, di lavoro e crescita continua". Ma sempre condita con massicce dosi di innovazione e sostenibilità, come nella svolta impressa dal sistema brevettato Bandiago, senza plastica, senza colla, senza legno: solo cartone ondulato e incrociato, con portate paragonabili al pallet ma con un profilo ecologico premiato con l’Oscar dell’imballaggio Conai. Per la famiglia e l’azienda i complimenti del sindaco di Sasso Parmeggiani e dell’assessora Martini.

Gabriele Mignardi